Massimiliano Valerii
Destino e carattere
Come possiamo sapere oggi se i nostri desideri saranno esauditi domani, se vinceremo alla lotteria o se al contrario andremo incontro a eventi infausti? Le nostre sorti dipendono dall’imperscrutabile destino oppure dal carattere personale, in grado di piegare le vicende della storia? Per indovinare il futuro, in ogni civiltà e in ogni epoca si sono interrogati astrologi e veggenti, oracoli e oroscopi, chiromanti e fattucchiere, cartomanti e tarocchi. L’aruspice predice la sventura del volitivo Giulio Cesare: lo ammonisce in anticipo di guardarsi dalle Idi di marzo, quando cadrà sotto le ventitré pugnalate inferte dai congiurati. E i sofisticati dispositivi di predizione oggi in uso sfruttano potenti algoritmi. Non abbiamo mai rinunciato, dunque, a decifrare i segni occulti del futuro e a interpretarne gli ambigui presagi. Nell’età moderna, però, la fede nel progresso, mondato da ogni mistero in quanto basato sulla razionalità tecnico-scientifica e riposto interamente nelle nostre mani, inaugurava una rincorsa di radiose promesse e di belle speranze, capaci di alleviare la nostra inquieta attesa di sapere. Ma adesso – una volta disinnescato il sortilegio della «fine della storia» – si ripresenta per noi una gravosa assunzione di responsabilità, per esserci consegnati a un insopportabile destino di integrale immanenza. «Dio è morto», aveva infine rivelato Nietzsche. Con la morte di Dio, però, non abbiamo ucciso la nostra inestinguibile smania di trascendenza: di un senso ultimo dell’esistenza. Quel bisogno di trascendenza lo avevamo laicamente sublimato con l’dea della libertà realizzata qui sulla terra e con la promessa di un benessere crescente e illimitato (la mitologia profana dell’ascesa sociale, il pieno appagamento dei nostri desideri). Ma se quella profezia di redenzione terrena oggi vacilla, e ci appare smentita dal nuovo corso della storia (con il ritorno della guerra, la crisi climatica, il declino demografico), che cosa potrà colmare il nostro malinconico senso di vuoto nel momento del pericolo?
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