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Umberto Curi

Il coraggio di pensare


Umberto Curi, professore emerito di Storia della filosofia, analizza il saggio del 1784 di Immanuel Kant sul superamento della minorità, da cui si trae il famoso motto: "Sapere aude".
«Le pagine Kantiane suonano ancora oggi a tutti noi come un monito a non lasciare che siano altri a pensare con la nostra testa e a pretendere di essere noi cittadini consapevoli e responsabili».

In un breve saggio pubblicato nel 1784, Immanuel Kant, il maggior filosofo dell'età moderna, definisce le condizioni che rendono possibile l'uscita dalla minorità. Si tratta di reagire alla pigrizia e alla viltà, recuperando una piena autonomia intellettuale, scegliendo dunque di pensare con la propria testa, senza delegare ad altri questa importante responsabilità. La parola d'ordine diventa quella condensata in uno slogan latino: "Sapere aude" - abbi il coraggio di servirti delle tue capacità intellettuali. Si tratta di un monito che diventa tanto più importante nell'età contemporanea, di fronte ai tanti tentativi di soffocare la libera espressione del proprio pensiero.

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UMBERTO CURI

Da sempre gradito ospite del Festival Filosofi Lungo l’Oglio, Umberto Curi e’ un filosofo italiano, professore emerito di Storia della filosofia presso l'Università degli Studi di Padova e docente presso la facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. E' stato visiting professor presso la University of California (Los Angeles) e la Boston University. Ha diretto per oltre vent’anni la Fondazione culturale “Istituto Gramsci Veneto” ed è stato per un decennio membro del Consiglio Direttivo della Biennale di Venezia. Ha vinto con il testo «Straniero» (Raffaello Cortina editore, Milano, 2010) l'edizione 2018 del Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi Lungo l'Oglio. Un libro per il presente.

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