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CERCARE UN SENSO AL VALORE DEL TEMPO
In quali termini è possibile stabilire un rapporto con la realtà oggettiva del tempo, senza essere condizionati dalla propria esperienza soggettiva? Come può il tempo scandire così intimamente ogni attimo della nostra esistenza, pur restando al di fuori di essa, nella sua irriducibile «alterità trascendente»?Sono questi gli interrogativi fondamentali, dai quali prende avvio il saggio di Emmanuel Levinas, intitolato Il tempo e l'altro, recentemente riproposto dalla casa editrice Mimesis, in una nuova edizione che si avvale di una preziosa e illuminante postfazione a cura di Francesca NodariAl volume raccoglie i testi di quattro conferenze, tenute tra il 1946 e il 1947, durante il primo annodi insegnamento al Collège Philosophique di Parigi, in cui il pensatore franco-lituano anticipa i risultati filosofici che saranno al centro delle opere successive, a partire da Totalità e Infinito, e che costituiranno l'orditura concettuale di tutto il suo pensiero. L'obiettivo dichiarato in questo volume è quello dimettere in discussione l'impianto tradizionale dell'ontologia occidentale, ritenuta incapace di salvaguardare l'intima identità del soggetto, da un lato, e la necessaria apertura all'evento dell'alterità, dall'altro.
Paolo De Benedetti - La memoria di Dio
Discernere la presenza di Dio che si manifesta quasi impercettibilmente, così insegna il messaggio del libro biblico I Re 19,12. È la divina `voce di silenzio sottile' percepita, fra tanti frastuoni, dal profeta Elia.
QUANDO L'INCURIA DELLA PAROLA NUOCE ALL'ANIMA
Si è rotto il patto tra le cose e le parole. La parola oggi non gode di buona salute. Ridotta a chiacchiera e barattata come merce qualunque ci chiede di abbassare il volume, di tornare al rigore, di ricongiungersi alle cose. È a partire da questo avvertimento che si snoda il libro di Ivano Dionigi, Benedetta parola. La rivincita del tempo, da poco edito da il Mulino.
«La pandemia dà una scossa al regocentrismo esasperato»
I RIMEDI CONTRO UNA TORMENTOSA SOLITUDINE
Quale può essere la risposta alla questione sul senso incondizionato dell'umano in un mondo dove le relazioni sono se va bene di superficie, i non luoghi come le non cose si moltiplicano, il senso di rancore, di rabbia ma anche di spaesamento e di paura diventano il menù quotidiano, le minacce del nucleare tornano, gli orrori delle guerre ci lasciano attoniti e impotenti? Basterebbe, forse, chiuderci in noi stessi?
Sconquassare il nulla
Dopo più trent'anni dall'edizione italiana del 1987, è uscito in nuova veste Il Tempo e l'Altro (Sesto San Giovanni, Mimesis Edizioni, 2022, pagine 164, curo 12) di Emmanuel Lévinas: accompagnata dal bel commento di Francesca Nodari, vengono con essa restituiti i presupposti, le domande e le implicazioni di un'elaborazione teorica tra le più importanti del Novecento.
QUELL'INDICE CHE IMPAZZA SUL CELLULARE
Oggi rincorriamo le informazioni senza approdare ad un sapere. Prendiamo nota di tutto senza fare esperienza. Salviamo quantità immani di dati senza far risuonare ricordi. Accumuliamo amici senza mai incontrare l'Altro. È a partire da queste considerazioni che si sviluppa l'ultima fatica di uno dei più originali e acuti filosofi viventi, Byung-Chul Han.
NOI, SOGNATORI TRA PROFEZIA E INTERPRETAZIONE
«Siamo fatti della stessa stoffa (stuff) dei sogni», come sosteneva Shakespeare o «i sogni hanno appena più senso della forma delle nuvole o dei disegni sulle ali delle farfalle» come notava Callois? Si potrebbe affermare che l'articolato saggio di Umberto Curi sia teso tra questi due estremi riuscendo ad offrire al lettore un'indagine compiuta e approfondita sull'onirocritica.
Una splendida oscurità che illumina il buio. Francesca Rigotti invita a tornare a contemplare la notte.
Troppa luce sulla terra? Siamo all'inizio dell'eliminazione del buio come fosse non-essere, mancanza, privazione? L'impiego ossessivo di impianti di illuminazione e il ricorso notte-giorno alla luce artificiale non sono forse il segno che stiamo immolando l'oscurità?