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"Osare" per ritrovare la fiducia. La filosofa Nodari ci spiega perché “è nei corpi la salvezza del pensiero”
"Le nozioni di corporeità, temporalità e alterità costituiscono il circolo virtuoso da cui rischiamo di deviare, oggi si respira più solitudine di prima, gli avatar rubano spazio alla vita. L'Intelligenza artificiale? Non bisogna demonizzare la tecnica ma neppure cederle il passo", dice la fondatrice del festival ‘Filosofi lungo l’Oglio’
Francesca Nodari: «Si macinano chilometri per pensare»
La formula dei Filosofi lungo l'Oglio è itinerante. E ormai si contano 45 mila presenze a edizione.
Anche lei ha osato, quando nel 2006 ha organizzato «tutta sola», inserendo cinque appuntamenti di riflessione in una rassegna preesistente, la prima edizione del festival Filosofi lungo l'Oglio che quest' anno, l'anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, diventa maggiorenne.
Enzo Bianchi: «Cresce uno sguardo composto nei confronti della morte»
Incontro Con Francesca Rigotti: il «riscatto» del singolo
La pensatrice premiata per il suo saggio dal festival «Filosofi lungo l'Oglio» Nella sua lezione in piazza Roma il confronto fra individuo e società
W la filosofia (per tutti). Nodari presenta la grande maratona del pensiero con il Festival Filosofi lungo l’Oglio
«La provocazione di Lévinas per una società chiusa nell'egoismo»
«La condizione del tempo sta nel rapporto fra esseri umani o nella storia». Lo affermava Emmanuel Lévinas (Kaunas, 1906 Parigi, 1995), tra i più importanti ed influenti pensatori del Novecento, il quale rilevava anche che «la solitudine dell'io si caratterizza come assenza di tempo in una sorta di eterno presente».
Una riflessione serrata sul concetto di temporalità, sui temi dell'essere e sulla natura dialettico-ontologica dell'esistere, che certamente rappresenta il nucleo fondante della maturità teoretica del filosofo francese e che appare centrale nelle quattro conferenze tenute da Levinas nel 1946 - 1947, durante il primo anno della sua attività al Collège philosophique fondato da Jean Wahl.
Francesca Rigotti: «CI SEMBRA DI CONDIVIDERE CHISSA COSA, INVECE SIAMO SEMPRE PIU SOLI»
Uno spettro s'aggira per il mondo: l'espandersi del singolarismo fine a se stesso come modello sociale preponderante. Per questo siamo pesci in una boccia che nuotano nel proprio spazio esclusivo fuori dalle vastità marine, promotori d'una nuova Era, affettivamente e socialmente sterili, tesi a trasformare in una sorta d'opera d'arte la nostra vita.
Dalla Bibbia arriva un invito alla vita.
Parlando della Torah - i primi cinque libri della Bibbia ebraica -, Haim Baharier afferma che studiarla «è soprattutto questo: considerare i versetti, le parole, i grafemi, gli spazi bianchi e i margini come grimaldelli e serrature; e ciascuno di essi vibra in questa doppia funzione. Parole mute, ancora inaccessibili dopo anni di studio, si aprono finalmente al senso perché la chiave era distante, affidata a un versetto lontano».
Haim Baharier: «La responsabilità è una sfida al nulla»
«Secondo alcuni commentatori anche la vecchiaia in origine non esisteva: la scoprì Abramo e ne fece spazio di ospitalità per il tiglio Isacco»
Memento per essere umani - La formula vincente di Francesca
Filosofi lungo l'Oglio si è appena concluso con un successo e già si pensa alla prossima edizione, dedicata a Eros e Thanatos «Solo la cultura ci salverà»