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«Da gesto di cura a "orma" sul device Così il bacio cambia con la cultura»
Per restare in buona salute servono nove baci al giorno. Il bacio fa bene al sistema immunitario, perché arricchisce il nostro microbiota. Lo spiegano Marino Niola ed Elisabetta Moro nel libro «Baciarsi» (Einaudi, 128 pp., 12 euro). Ma c'è anche il rischio opposto: nel 2020 il Covid-19 ha spinto i governi a mettere il bacio «in quarantena». Stasera alle 21, Niola e Moro - entrambi docenti di Antropologia all'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - saranno ospiti di Filosofi lungo l'Oglio a Leno, a Villa Badia (viale Buonarroti 43/b) per raccontare forme, rappresentazioni e significati simbolici che il bacio può assumere in diversi contesti sociali.
Professor Niola, il bacio è un gesto universale?
Può essere considerato universale, perché nasce in realtà da un gesto etologico, cioè dall'abitudine di certe specie animali di premasticare il cibo per imboccare i cuccioli. Col tempo, da gesto di nutrizione diventa simbolo di cura, amore, protezione. Si può definirlo un comportamento universale che poi cambia significati e forma a seconda delle culture.
Ad esempio?
Ci sono società dove il bacio è un gesto talmente intimo da essere vietato in pubblico. In altre realtà, come in Cina, nell'India antica o tra gli eschimesi, al contatto delle labbra si sostituisce lo strofinamento reciproco dei nasi. Ma siamo sempre lì, a un centimetro di distanza dalle labbra. Il gesto è stato poi ulteriormente universalizzato dall'industria dello spettacolo, soprattutto dal cinema che ha viralizzato il bacio occidentale diffondendolo anche in altre culture.
Il bacio più celebre rimane quello tra Paolo e Francesca nell'Inferno dantesco...
È il bacio più famoso della letteratura. Nel nostro libro proponiamo esempi dalla letteratura, dal cinema, dalla pittura, perché il bacio è uno dei gesti più raffigurati, simbolo dell'amore. Ma ci sono vari tipi di bacio: può essere anche simbolo di sottomissione o perfino di tradimento, come il bacio di Giuda.
Non è quindi solamente legato al desiderio?
È legato alla comune appartenenza. I primi cristiani si baciavano sulle labbra per significare che erano fratelli in Cristo. Era il «bacio della pace», che nella liturgia contemp orane a ha lasciato il posto al «segno di pace».
E il bacio di scambio? C'è un uso politico del bacio?
Sì. Nell'Inghilterra del '700 c'era un fenomeno molto diffuso: le nobildonne baciavano i popolani in cambio di voti per il marito o per un candidato politico che loro appoggiavano. La duchessa Georgiana Spencer, antenata di Lady Diana, baciava lavoratori e contadini in cambio di voti per un amico, candidato di un partito progressista. Immagini cos'era per un popolano di allora avvicinare e baciare sulle labbra una donna bella, profumata, aristocratica... I voti arrivavano.
E il bacio del futuro?
Il virtuale spalanca orizzonti nuovi, per certi versi ludici, per altri inquietanti. Come i sensori che trasmettono impulsi anche sulla lingua, restituendo in modo veritiero l'esperienza del bacio: potrei comprare un software che mi permette di provare la sensazione di baciare Jennifer Lawrence o Brad Pitt... O una persona potrebbe voler baciare il padre che non c'è più, ma che ha impresso l'orma delle sue labbra su un device. Così baciarsi diventa una forma di condivisione tra i corpi e l'algoritmo.
Nel mondo liquido della realtà digitale si può provare affetto anche per un brand»
Tra le molteplici forme che connotano l'attività del desiderare, vi è anche l'aspirazione a possedere oggetti e beni. Quanto questa particolare forma di desiderio sia «naturale», è difficile dirlo, se, come sosteneva Socrate, sapiente è colui che più si avvicina alla condizione del divino «perché cerca di aver bisogno di pochissimo». Ma tant' è, oggi siamo sottoposti ad un bombardamento massiccio di media e pubblicità, cui è difficile resistere. Ne abbiamo parlato con Vanni Codeluppi, che stasera interverrà sul tema a Barbariga per la rassegna «Filosofi lungo Foglio».
Un fiume di Filosofia
Filosofi lungo l'Oglio è un festival che si svolge nei mesi di giugno e luglio, con appuntamenti in 2 I comuni italiani tra le province di Brescia, Bergamo e Mantova. Nato nel 2006, con soli cinque appuntamenti, si è ampliato negli anni affrontando temi esistenziali e proponendo nuove domande e risposte attraverso dibattiti e lezioni magistrali dei filosofi più importanti del panorama contemporaneo. Gli incontri si svolgono in vari luoghi suggestivi, come piazze, castelli e chiese, seguendo idealmente il corso del Fiume Oglio; tutti ruotano intorno a un tema centrale che cambia ogni anno. Unico nel suo genere, il Festival è stato insignito dell'EFFE (Europe for Festivals, Festivals for Europe) Label: un riconoscimento volto a rappresentare oltre 43 paesi europei attraverso i festival che si distinguono per l'alta qualità artistica e per il significativo impatto a livello locale, nazionale e internazionale. Ce ne parla Francesca Nodari, ideatrice, fondatrice, direttrice scientifica, vera e propria anima della manifestazione.
Sull'Oglio i desideri sono pensieri
Intervista alla professoressa Nodari su un tema attuale tra social e femminicidi «Il desiderio nasce da una mancanza, da un vuoto; dall'altro è proprio la consapevolezza di questa mancanza che ci porta a desiderare sul serio. Occorre ricordare la differenza che passa tra la nozione dí bisogno e quella di desiderio»
La cultura? È simile all'agricoltura: una terra fertile per le anime
Francesca Nodari: "Il Festival Filosofi lungo l'Oglio è una creatura che ho difeso, ho visto crescere e muovere i primi passi"
«Qui,dove si lavorava la terra, coltiviamo il pensiero di cui in tanti ora hanno fame»
Francesca Nodari, anima del festival Filosofi lungo l'Oglio, parla del rapporto tra «coltura» e «cultura»
La Cascina Le Vittorie non è solo un luogo, circondato dai campi, ricco di storia e di tradizioni. È anche l'emblema di un legame fra «natura» e «cultura», a richiamare quella fatica del vivere e del procurarsi il cibo quotidiano, che in qualche misura può essere assimilata alla tensione dell'uomo nella ricerca costante della conoscenza. In fondo, la parola «cultura» deriva dal latino «colere», che significa «coltivare» e che, lo evidenziava Cicerone, si riferisce tanto ai campi, quanto alle amicizie, alle virtù e agli studi.
Fede e filosofia unite dallo sguardo sull'altro
«Abbiamo bisogno dell'incontro con l'altro». Questa la necessità espressa dalla professoressa Francesca Nodari, presidente della Fondazione «Filosofi lungo l'Oglio», durante la nuova puntata di Chiesa di casa, il talk di approfondimento diocesano oggi in tv alle 12.15 su Cremona 1 (e disponibile sui canali social diocesani), dedicata alla Giornata mondiale della filosofia, celebrata lo scorso 16 novembre.
FRANCO ARMINIO «L'ECLISSI DELLA TRASCENDENZA» CI RENDE SOLI E PRODUCE INGIUSTIZIE»
«Sacra è la grazia della vita ordinaria» scrive Franco Anninio nel libro «Sacro minore» (Einaudi, 160 pagine, 16 euro), una raccolta di brevi poesie dedicate alla ricerca del sacro nelle «cose minute, minutissime» della quotidianità. Il poeta irpino, molto amato da tanti lettori, porterà nei prossimi giorni i suoi versi in alcuni paesi del Bresciano, idealmente apparentandoli con quei borghi appenninici che, nella sua veste di «paesologo», cerca da tempo di difendere con atti e parole dallo spopolamento.
Zamagni: «Papa Francesco è l'unico che ha a cuore la pace e non la vittoria»
Si dichiara «moderatamente ottimista» Stefano Zamagni, commentando la missione diplomatica che il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Maria Zuppi, ha appena concluso a Kiev e Mosca. Venerdì prossimo, 7 luglio, Zamagni - notissimo economista, presidente dal 2019 sino al marzo scorso della Pontificia Accademia di Scienze sociali sarà ospite del festival Filosofi lungo l'Oglio: nel Castello di Dello, alle 21, parlerà di «Perché e come osare la pace oggi?».
Osiamo pensare con la nostra testa. Non siamo automi, siamo esseri umani
“Osare opporsi alla pratica molto usata del brainwashing”, “osare esserci anche quando costa”, “osare essere unici”. Osare è la parola chiave scelta per la diciottesima edizione diFilosofi lungo l’Oglio, maratona del pensiero che si fa nomade, un viaggio insieme a trenta pensatori italiani e stranieri, con 30 incontri in 23 municipalità, tra le provincie di Bergamo e Brescia.