Laureata in Filosofia all'Università degli studi di Parma e specializzata in Filosofia e linguaggi della modernità nell'Ateneo di Trento, Francesca Nodari ha conseguito, sotto la guida del Prof. Bernhard Casper, il Dottorato di ricerca in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trieste. Ha collaborato con la facoltà di Filosofia dell'Università Milano-Bicocca e ha conseguito l'abilitazione nazionale nel settore di Filosofia morale nel novembre 2014.Tra i numerosi e prestigiosi premi ricevuti, si annovera il titolo di Cavaliere dell'Ordine Al Merito della Repubblica Italiana nel 2019 e il recentissimo «Premio Rosa Camuna 2024», assegnato lo scorso 29 maggio.
Le è appena stato conferito il Premio Rosa Camuna, complimenti...
"Dopo 19 anni di festival è una bella soddisfazione ed è significativo non solo per me, ma per tutta la squadra, i relatori, il pubblico. È molto importante il riconoscimento e la valorizzazione della cultura da parte della Regione".
Ha già ricevuto premi di valore, tra cui il «Freuiio Donne Leader 20 l 2», il «Premio Donne che ce l'hanno fatta» nel 2015 e l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine Al Merito della Repubblica Italiana nel 2019.
"Sicuramente il Cavalierato della Repubblica è stato il riconoscimento più emozionante e commuovente, ma tutti i premi sono stati motivo di grande gioia; ogni volta costituiscono una buona iniezione di fiducia".
Nella società odierna, definita superficiale e senza capacità di riflessione, premiare un festival di filosofia è un segnale considerevole per dimostrare
"E vero che in tanti ambiti regna una grande superficialità, ma se si offrono contenuti di valore e di alta divulgazione culturale, le persone rispondono. Osservo una grande fame di cultura, non intesa come qualcosa di elitario, ma come una richiesta che proviene dalla gente, nella sua differenziazione, che ha bisogno di strumenti per capire un presente sempre più complesso come il nostro".
Com'e il vostro pubblico? C'é partecipazione giovanile?
"Il nostro è un pubblico trasversale, per età, scolarizzazione, provenienza, che in parte è anche extra regionale e internazionale. I giovani sono presenti e ne abbiamo perfino registrato un incremento; un dato molto positivo, che va a sfatare il luogo comune per cui i ragazzi non sono interessati a questo tipo di eventi. Magari si fatica a coinvolgerli, ma una volta che assaporano l'offerta proposta, tornano volentieri".
Come è nato il Festival Filosofi
"È nato da una mia scommessa. lo non sono un'organizzatrice di eventi, ma una filosofa. Quando iniziai tutti mi dicevano che ero una visionaria, che alla gente del nostro territorio non importava la filosofia perché sono persone concrete. Ho voluto provare lo stesso e nel 2006 è nato Filosofi lungo l'Oglio, una prima manifestazione di 5 incontri in provincia di Brescia, poi abbiamo istituito la Fondazione e infine è arrivato il Festival vero e proprio. Serve molta perseveranza, passione e spirito di sacrificio perché le difficoltà e le incomprensioni non sono mancate. Devo un grazie enorme ai miei maestri, in primis Bernard Casper, scomparso due anni fa, ma anche tutti gli altri grandi pensatori che sono venuti al festiva!, lasciando la loro testimonianza e incoraggiandomi sempre ad andare avanti. È stato fondamentale. Così come ringrazio tutti gli eccellenti filosofi che hanno partecipato e partecipano; credono nella validità della mia idea e sono presenti grazie a un rapporto di fiducia e stima, di cui sono molto molto onorata".
Siete giunti a diciannove edizioni e l'anno scorso avete inaugurato la sede della Fondazione.
"Nel 2023 abbiamo inaugurato la sede della Fondazione, ricavata da un'antica stalla degli equini - commissionata nell'Ottocento dalla dinastia dei Martinengo - ed ora recuperata secondo la pratica del retrofitting. L'idea è che possa diventare un polo culturale della vasta area circostante per gli oltre 30 comuni limitrofi. Ora stiamo riflettendo sulla prossima edizione, che celebra i vent'anni del festival, una ricorrenza che teniamo a festeggiare e onorare".
Vuole segnalarmi qualcosa di particolare sull'edizione in corso?
"Il calendario propone un panel di relatori e relatrici di grande rilievo; pertanto, è difficile suggerire un evento a favore di un altro. Da Massimo Recalcati a Massimo Cacciari, da Francesca Rigotti a Stefano Zamagni, da Enzo Bianchi a Umberto Galimberti, da Maria Rita Parsi a Danielle Cohen Levinas, sono tutti nomi autorevoli. Tengo molto alla pluralità degli ospiti e voglio dare spazio a tutte le posizioni, così come non manca l'attenzione alle voci femminili: per esempio, abbiamo un alto prelato come Mons. Vincenzo Paglia e il talmudista come Haim Baharier o ancora due teologhe, Giuseppina De Simone e Isabella Guanzini; mentre per la prima volta sarà presente Francesca Romana Recchia. L'I I luglio è in programma l'incontro Desiderio malato, dedicato alla violenza di genere, per provare a fare il punto su questo tema per noi molto serio, che costituisce una vera e propria ferita".
Ci sono stati momenti particolare che vuole condividere di questi 19 anni o un ricordo che le sta a cuore?
"Ce ne sono tantissimi. Commuovente il momento in cui abbiamo premiato il mio maestro Bernard Casper nel 2012, in occasione del suo libro II pensiero dialogico; era felicissimo, anche perché avevamo appena istituito il premio ed è stata una vera sorpresa. In un'altra occasione, sempre Casper, che era il maggiore filosofo della religione in Europa e un grande appassionato di storia dell'arte, in un angolo della sagrestia della Chiesa di Travagliato posb gli occhi su un quadro un po' impolverato, scoprendo che si trattava di un'opera di Civerchio! Seguirono studi e approfondimenti e ora il quadro - Salita al Calvario - è esposto in uno degli altari laterali della Chiesa; a Bernard Casper fu conferita la cittadinanza onoraria da parte del Comune di Travagliato. È stato un momento altissimo, che mostra come la cultura chiama la cultura; da uno sguardo è nata una scoperta, è stato un incrocio straordinario".
Il festival è sostenuto e patrocinato da molti comuni locali: la manifestazione ha avuto ritorni positivi anche per loro, in termini di visite e riscoperta del territorio?
"Le caratteristiche del festival sono due: la prima essere itinerante, ovvero cambiare luogo e relatore ad ogni appuntamento; la seconda - non meno importante - è il binomio luogo e pensiero, ossia sforzarsi di trovare sempre delle quinte di un certo livello, che consentano al pubblico di unire le parole del filosofo alla conoscenza di una bellezza, di un patrimonio storico della zona. Si promuove il territorio attraverso la cultura; la scoperta di una chiesa, di una piazza, di una dimora, affascina moltissimo e ha un ritorno di immagine molto importante per i nostri partner. Le realtà locali vivono il nostro evento con molta attesa, entusiasmo, collaborazione, spirito di squadra".