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MARC AUGÉ «È l'umanesimo la via maestra per la fiducia»
Legge in italiano perfetto, musicalità francese, riflessioni coraggiose, alle spalle lascia le ideologie, davanti non gli basta una «fiducia minima», di routine e non abbassa il capo su una fidu-cia troppo da casinò, basata su scommesse infide, larghe di manica e strette di risultati. Aborre il tradimento e avverte che esso accade quando il valore di giudizio è stato frettoloso.
La fiducia nell'era della surmodernità
«Chi cerca di ottenere di proposito la confidenza di un’altra persona, di solito non è sicuro di possederne la fiducia. Chi è sicuro della fiducia, annette scarso valore alla confidenza».
F. Nietzsche, Umano, troppo umano
MARC AUGÉ «Una nuova crisi e vecchie paure per il mondo»
Parafrasando Hegel, si potrebbe dire che con il suo ultimo libro «Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi?» (Bollati Boringhieri, 82 pp., 9 euro)
Globalizziamo il «noi»
Quando si tratta del nostro rapporto con gli altri, un’incertezza e un’ambiguità s’insinuano, sin dall’inizio, nelle parole utilizzate. Chi è questo “noi” al quale rinvia l’impiego dell’aggettivo “nostro”? Chi sono questi altri?
L’INDIVIDUO È SEMPRE RELAZIONE
Ha ragione Marc Augé – in questo suo piccolo libro a sottolineare «la necessità per ogni identità individuale di rapportarsi all’esistenza altrui per costituirsi». Anzi: dire questo, forse, è ancora troppo poco.
Augé: «L’amore senza possesso è solitudine felice»
È l’amore,con tutte le sue implicazioni, il tema della XIII edizione di Festivalfilosofia, che da venerdì 13 a domenica 15 settembre offrirà oltre duecento appuntamenti, tutti ad ingresso gratuito, in oltre 40 luoghi delle città di Modena, Carpi e Sassuolo.
NOI E GLI ALTRI NELLA SURMODERNITÀ
Dopo l’illuminante lezione di Vanni Codeluppi, attraversata dalla constatazione che siamo ormai entrati nella cosiddetta oralità terziaria: Internet e le nuove tecnologie favoriscono la nascita di una forma di sensorialità che viene sperimentata dal soggetto contemporaneo attraverso gli schermi che sono ovunque – negli uffici, nelle stazioni, nelle piazze, nei negozi – e sempre più a disposizione con i tablet e gli smartphone dandoci quasi l’illusione di avere il mondo a portata di click: una pervasività questa che ha, di fatto, mutato il nostro modo di comunicare e di interagire con gli altri, scatta il conto alla rovescia per la lectio magistralis di Marc Augé – etnologo e antropologo di fama mondiale – che interverrà venerdì 14 giugno, alle ore 21.15 nella splendida Chiesa S. Maria del Carmine, situata nella Contrada del Carmine a Brescia (si ringrazia Don Armando Nolli per la gentile concessione).
Marc Augé: «Nel rapporto tra noi e gli altri la contrapposizione deve scomparire»
E' un invito a «coniugare al futuro la dinamica del presente », e ad «affrontare le sfide del mondo planetario in via di costruzione», quello lanciato da Marc Augé.
Marc Augé
L’uno e l’altro,
gli uni e gli altri
ore 21:15 - Chiesa S. Maria del Carmine
Contrada del Carmine - Brescia
Marc Augè - Degno, indegno
Con l’acume dell’etnologo e l’occhio indagatore dell’antropologo della surmodernità, Augé affronta in questo saggio la complessità che sottende la nozione di dignità. In una sorta di corpo a corpo con la dimensione individuale e la dimensione sociale del concetto, l’autore ne mostra l’ambivalenza individuando nel potere la messa in intrigo della dignità. Se «Il potere è l’esercizio dell’autorità che conferisce l’elezione in un regime democratico e, all’interno di altre forme politiche, la successione o la forza», perché si manifesti, è necessario che si incarni, che si esteriorizzi.