Tantissimi i giovani intervenuti alle varie serate e davvero molte anche le persone che, a conclusione delle «Lectio magistralis», si fermavano per dialogare con l'ospite, che poteva essere un filosofo, un antropologo o un sociologo. «Il pubblico - ha sottolineato Francesca Nodari, direttrice del Festival -ha bisogno di un confronto e da parte nostra si conferma il bisogno di fare cultura in un momento in cui le agenzie educative, le scuole, la politica sono in crisi. Come ha ben sottolineato il filosofo Remo Bodei è come se questi eventi, senza offesa per nessuno, fossero una sorta di esami di riparazione per quanti a scuola non hanno studiato questi argomenti o, successivamente, non hanno avuto il tempo o l'opportunità di approfondirli». La scelta di mettere come parola chiave il «Pane quotidiano» nell'anno di Expo è risultata vincente e ha costituito una sorta di filo rosso che ha legato tutte le serate del Festival. Si andava ad ascoltare i filosofi perché si aveva fame di cultura.
Una fame che si spera continui anche il prossimo anno, quando la parola chiave delle lezioni sarà «Gratuità». Un termine oggi forse desueto, passato di moda in un mondo dove prevalgono individualismo ed egoismo, dove si ha paura del diverso o dello straniero. Una gratuità che si lega all'ultimo tema affrontato quest'anno, quello della fame d'amore. Ricordiamo che la capacità di rinnovarsi anno dopo anno del Festival ha consentito di entrare e far parte dei 35 Festival italiani che il 27 settembre prossimo saranno a Parigi, in occasione dello «Europe for Festival - Festival for Europe». Come lo scorso anno ha avuto il sostegno di espar», a illustrarcene le motivazioni è Giuseppe Calò, responsabile marketing della società. «Alla richiesta di un sostegno, avallata già lo scorso anno - ha raccontato - abbiamo detto sì sostanzialmente per tre motivi. Innanzitutto perché si tratta di un'iniziativa di alto spessore che punta a innalzare il livello culturale di questo territorio; poi per il fatto che si parlava di cibo e noi trattiamo cibo per il corpo, i filosofi cibo per la mente e infine perché l'area di svolgimento del Festival coincide con l'area dove "Despar" opera attraverso i suoi punti vendita». Il tema di quest'anno «Pane quotidiano per tutta l'umanità» ancor più di quello del 2014 si adattava bene a una catena di supermercati...
«Sì, gli incontri non erano incentrati sulla fiducia come lo scorso anno, ma sul pane, quindi sull'alimentazione. Un argomento che ci è proprio, del quale abbiamo piena coscienza». E qui Calò fa una digressione ricordando che, ad esempio, dopo la trasmissione «Report» che sottolineava come l'olio di palma che finisce in tanti prodotti - dai grissini alle brioches, dai biscotti alle creme da spalmare... - comporta un grave danno per l'ambiente per il fatto che per far spazio alla coltivazione delle palme vengono disboscate intere foreste, "Despar" si è subito mobilitata. «Dato che proponiamo prodotti con questo marchio a tutela dell'ambiente, ad esempio prodotti a km zero e derivanti dal commercio equo solidale e da coltivazioni ecologiche - ha sottolineato Calò - ci siamo subito adoperati per ridurre il numero di prodotti col nostro marchio che contengono olio di palma. Ne avevamo parecchi, con la maggior parte di questi il problema è già stato risolto sostituendo l'olio di palma con altri grassi di origine animale; per l'esigua parte restante contiamo di formulare nuove ricette entro la fine dell'anno». Calò è soddisfattissimo della collaborazione avviata con il Festival e con la sua direttrice Francesca Nodari. «Siamo davvero in piena sintonia con loro, con un'iniziativa che accresce l'offerta culturale del territorio. Siamo convinti di aver fatto un intervento apprezzabile».