Skip to main content
Venerdì, 28 Giugno 2024 01:51

NOSTALGIA, FORZA PER NON RASSEGNARSI MAI AL MALE

Catherine Chalier - tra le massime filosofe europee e allieva di Emmanuel Levinas Catherine Chalier - tra le massime filosofe europee e allieva di Emmanuel Levinas
Da Platone a Levinas, La riflessione proposta nell'appuntamento di Roncadelle da Catherine Chalier, studiosa francese e docente all'Università di Paris X-Nanterre

Dentro ognuno di noi scorre, come un fiume carsico, una melodia capace di «trasformare lo sconforto in nostalgia». Una voce il cui mormorio, «nascosto nel più intimo degli esseri, donerebbe e ridnerebbe ad alcuni il gusto di scegliere la vita». Conduce a esiti profondi la riflessione che Catherine Chalier ha proposto a Filosofi lungo l'Oglio martedì sera, nell'auditorium di Roncadelle. La sua lezione dell'anno scorso, «Partire, rinnovarsi, sperare», è stata appena pubblicata da Mimesis nella collana «Chicchidoro» del festival. Quest'anno la studiosa francese, docente all'Università di Paris X-Nanterre, ha parlato del «desiderio nostalgico», attingendo alla filosofia di Emmanuel Lévinas e alla tradizione ebraica per tratteggiare una visione originale di questa forma di desiderio: una dimensione spirituale capace di trovare nel «punto di bontà» presente in ogni essere umano «la forza di non rassegnarsi mai al male che imperversa quasi ovunque».In origine c'è la percezione di una «catastrofe metafisica». La troviamo descritta in Platone: le anime, prima di incarnarsi nel corpo, hanno potuto contemplare la bellezza. Per questo la riconoscono quando appare nella realtà sensibile, e la vedono con gioia nella persona amata; ma resta vivo in loro il desiderio nostalgico «di un'anima che aspira alla verità che non riesce a intravedere se non parzialmente».

La stessa nostalgia si manifesta nel contesto cristiano, attraverso «l'idea che siamo abitati dalla traccia di una bellezza perduta, non dopo la caduta dell'anima in un corpo, ma dopo il peccato originale». Una separazione che si aspira a sanare, coltivando «il desiderio di un ritorno all'Uno da cui tutta la realtà dovrebbe provenire». L'anelito è espresso con chiarezza da Plotino e dai neoplatonici: l'anima umana non deve farsi imprigionare dal mondo sensibile, «poiché una parte di essa, _ la migliore, dimora nel mondo spirituale» e attraverso l'amore aspira a «una comunione, un'estasi, una sparizione del sé come essere separato nell'Uno». Uno schema di pensiero, afferma Chalier, che «ha profondamente segnato le tre religioni monoteiste». Emmanuel Lévinas avanza riserve su questa visione, nella quale «la pietà è intesa come nostalgia, come avventura di un ritorno e di una coincidenza con l'origine». Il filosofo invita invece a «pensare il desiderio metafisico in modo risolutamente non nostalgico». Esso è rivolto a «ciò che è veramente altro» e che dunque non possiamo aver già conosciuto. Ispirato dal «volto dell'altro», si manifesta «attraverso delle azioni»: «Rompe le catene dell'ingiustizia, scioglie i legami del giogo,fa tornare liberi coloro che vengono oppressi, spezza infine ogni servitù, divide il suo pane con l'affamato, accoglie nella sua casa i bisognosi senza asilo», seguendo le parole del profeta Isaia e del messaggio biblico originario, «inseparabile dall'amore del prossimo e dalla preoccupazione per la giustizia». Ma si può anche trovare «una bella descrizione del desiderio nostalgico e della sua pacificazione così difficile». Chalier la individua nel chassidismo ebraico: è la voce del rabbino Nahman de Bratzlav (1772-1810), il quale «provava una grande nostalgia per un Dio che la creazione non rendeva manifesto». «Egli - spiega la filosofa - riteneva che un punto di bontà abitasse ogni essere umano attestando in lui la prossimità del suo Dio anche quando niente, veramente niente nel mondo ne difendeva la causa». Invitava i suoi allievi a cercare in sé questo punto, dal quale «poteva salire alle loro labbra una melodia» capace di non far voltare le spalle alla vita. Non si tratta, in questo caso, di «fuggire il mondo e le sue sofferenze per raggiungere l'Uno»; ma piuttosto di «pensare come la presa in considerazione della spiritualità umana salvi il desiderio nostalgico da una pura malinconia». Orientandolo invece alla ricerca «di questo punto di bene in sé e negli altri,dal quale possono germogliare le primizie della riparazione del mondo».

Le Video lezioni

Sul nostro canale youtube puoi trovare tutte le video lezioni del nostro Festival di Filosofia.