È amico dei Filosofi lungo l'Oglio schierati la quattordicesima volta, ieri sera - sempre pioggia - nella chiesa ospitale di don Armando Nolli. «Stasera parli la filosofia - dice il parroco di San Faustino e Giovita - si alzi il pensiero simbolo di libertà e di intelligenza. Io sarò sacrestano». Ed è il gesto lungimirante e umile di un pastore libero che assicura sicurezza, dona fiducia proprio perchè indietreggia e invita a venire avanti, a stare sicuri nella bella chiesa dei Patroni. I padri della città hanno la fiducia guadagnata dai gesti della protezione e del sacrificio e il popolo dei Filosofi lungo l'Oglio mostra gratitudine al pensatore Bodei e al sacerdote Nolli.
Discosta, nella compostezza di chi c'è e non spinge, l'assessore Roberta Morelli. Ci dice della bellezza di questa universalità itinerante della filosofia, di un gradimento dell'anima. Francesca Nodari, direttore del Festival abbraccia Remo Bodei coprendolo di una parte mirabile della sua biografia, libri, lezioni, università, testimonianze istituzionali pubbliche e private. Lui comincia con quel suo tono dolce e però privo di sconti nei confronti di un'anemia morale generale, di una fiducia simulata, che indossa, spesso, la maschera dell'ipocrisia, mentre si dovrebbe investire con meno calcolo anche nella convenienza della fiducia. Cooperare è necessario, meglio investire che rimanere neutrali di fronte alla fiducia. Se tutti, nello stesso giorno, dovessimo dimetterci dalla fiducia, il mondo si piegherebbe su se stesso. Bodei passa nella storia di un millennio, ha bene in mente le tragiche necessità esperite dalla ragione di Stato, il terrorismo pubblico e privato, le immoralità grandi e piccole e si sofferma sull'espansione della truffa contemporanea come negazione della fiducia.
Ha ben presente, il prof. Remo Bodei, il machiavellismo secondo cui non si governa coi «Pater Noster» e se c'è bisogno «si entra nel malo», constata che storicamente più cresce la precarietà più aumenta la finzione e cala il senso di fiducia. Comprende la «dissimulazione one-sta» di chi piega il capo per non essere offeso e ricorda il cartesiano «avanzo mascherato», registra il pericolo, oggi, di stare in una post democrazia, sotto il dominio di oligarchie finanziarie, in una fase di dissimulazione delle masse, di un comportamento infantilistico del pubblico, con una corrosione del carattere, quando si vivono vite provvisorie con un livellamento delle opinioni, la riduzione del pensiero critico.
Che fare, allora? Remo Bodei indica la necessità di ricostruire relazioni personali fondate su amore, amicizia, un nuovo rapporto di fiducia con lo Stato. Va ricercata una fiducia di prima mano, guadagnata dalla somma del nostro generale buon essere al mondo, nei tempi antichi, nei tempi moderni e contemporanei, scavando sotto la superficie, ritrovando la base umanissima e morale di un desiderio di stare insieme per una fiducia avvistata in altre parti delle nostre sedi umane. Esiste, spiega il relatore, un lato chiaro della fiducia. Bodei, del resto, ama l'utopia e anche lì scava per scoprire altre sorgenti da cui sgorghi una fiducia limpida. Né ambigua, né fragile. Piena e amica. Di nuovo, conveniente.