Enzo Bianchi affronterà stasera a Lonato questo tema, illuminando sui percorsi che scaturiscono dal desiderio e che si possono distinguere tra i sentimenti che permettono di innalzare (citando il titolo di un suo famoso libro) un «inno alla vita» e quelli che si rivelano avvilenti e «mortiferi». Ne abbiamo parlato con lo studioso, monaco cristiano e saggista, fondatore della Comunità Monastica di Bose, di cui è stato priore fino al 2017.
Padre Bianchi, il titolo della sua lectio, «Non desiderare», sembra andare controcorrente rispetto al fil rouge del Festival, «Desiderare, nonostante tutto»...
Siamo in un momento di trapasso culturale, dopo un'epoca (la pandemia) in cui c'è stata una negazione del desiderio, del piacere e dello star bene a diversi livelli. Perciò oggi il desiderio viene esaltato in tutte le maniere, senza chiedersi se ci sono desideri che sono vitali e altri no. Ogni essere umano è un «homo desiderans», tanto che spesso questo sentimento può prenderlo al punto di dominarlo o addirittura alienarlo, trasformando le relazioni con altri esseri viventi, perché accecato dalla cupidigia e dalla brama di possedere qualsiasi cosa. Proprio la sua coscienza, però, deve discernere se i suoi desideri portano ad annientare e negare l'altro oppure ad incontrarlo ed instaurare una relazione. Nelle Tavole della Legge date da Mosè, l'espressione «non desiderare» compare due volte. C'è quindi un «non desiderare» che viene proclamato come assolutamente necessario, anche se nella nostra società il desiderio tende a diventare un diritto, senza domandarsi se esso sia possibile all'interno di un'armonia generale.
Quindi, cosa c'è di buono dal punto di vista etico nel desiderare?
Il desiderio è una delle cose più importanti e guai se si spegnesse. È significativo che la generazione dell'uomo dipenda proprio dal desiderio, che il desiderio sia legato al cibo, alla sessualità e al prolungamento della vita attraverso la procreazione. Senza desiderio, ci sarebbe solo la morte. Però, ripeto, dentro di noi albergano anche desideri negativi come l'avere successo a discapito degli altri, fino ad esercitare soprusi su di loro, quando presi da rabbia e odio. Ma questo desiderio animale va spento, addomesticato, in virtù di una mitezza e del perdono. Ci sono tanti desideri in noi sbagliati: quando vogliamo «la roba d'altri», la loro casa, i loro soldi e facciamo di tutto per prenderli anche al di fuori della legalità. Lo dimostra tutta una storia di potenti e sfruttatori.
La rassegna Filosofi lungo l'Oglio nasce dalla filosofia che è «amore per la sapienza» (philein, sophia), ovvero un particolare tipo di desiderio...
Certamente, questi sono desideri "buoni": di conoscenza, relazione, amore, scoperta... La filosofia è un'operazione della coscienza, è il primo frutto del discernimento del desiderio.
Cosa direbbe ai giovani? Fra le tracce d'italiano per la maturità è uscita una riflessione sull'Elogio della imperfezione. Eppure i ragazzi sono continuamente stimolati, dai sociale dai media, a desiderare una perfezione irraggiungibile...
Nella società attuale si annidarcolta competitività e lo stimolo a lottare contro gli altri. Lo vediamo, purtroppo, anche nel bisogno di usare violenza verso le donne, rispondendo a un desiderio selvaggio. Ai giovani direi: cercate di crescere nella vo stra interiorità, di porvi delle domande e di rispondervi in modo che sentiate dal profondo quel che vi dà la vita e quel che porta alla morte. Osate, abbiate coraggio e vedrete che il futuro vi riserverà delle sorprese.