Conoscere e riconoscere il desiderio distinguendo tra desiderio autentico, pseudo-desiderio e desiderio «malato». L'indagine sul «desiderare» sarà il filo rosso della nuova edizione del Festival Filosofi lungo l'Oglio, che accompagnerà il pubblico da domani e fino al 24 luglio. Un totale di 32 appuntamenti - tra lezioni magistrali, convegni, dibattiti e passeggiate filosofiche - in 21 luoghi tra le province di Brescia, Bergamo e Cremona.
Tra i nomi di spicco della nuova edizione del festival si trovano Massimo Recalcati che aprirà la rassegna domani alle 21, nella sede della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio a Villachiara con «Elogio del desiderio» -, Massimo Cacciari, Umberto Galimberti, Franco Arminio, Enzo Bianchi, Marino Niola, monsignor Vincenzo Paglia, Francesca Rigotti, Maria Rita Parsi.
Arrivata alla igesima edizione la kermesse è un'istituzione culturale per il territoprovincia gli eventi culturali scarseggiavano - ricorda la presidente della Fondazione, Francesca Nodari - e per ascoltare relazioni di livello bisogna recarsi almeno in città. Mi sono sempre chiesta il motivo di questa mancanza che è rimasta in realtà pressoché invariata negli anni, con una differenza: il Festival, almeno in questi 5o giorni, porta in auge la nostra provincia. E uno sforzo che abbiamo sempre fatto consapevolmente per portare la cultura e l'alta divulgazione in mezzo alla gente e nelle comunità». Dopo «Osare» nel 2023, quest'anno le molteplici riflessioni avranno come tema il «Desiderare», «che riguarda ciascuno di noi. Siamo esseri desideranti ma tristi: perché? Sappiamo ancora distinguere cosa significa desiderare davvero oppure tendiamo a volere ciò che è irraggiungibile per definizione?». Ancora di più, suggerisce Nodari, «in un mondo iperconnesso, liquido, in preda alle incertezze e alle paure come quello di oggi». Per questo motivo «è urgente chiederci se desiderare non finisca per trasformarsi in un semplice appagamento di bisogni o pseudo desideri».
Lungo il cammino proposto dai relatori non mancherà poi un focus sul «desiderio malato» e sulla violenza di genere, in programma fu luglio sempre a Villachiara, con Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, Marina CalIoni, filosofa politica, Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della Sera e la stessa Francesca Nodari nella veste di filosofa morale.
E il festival dedicato alla filosofia ha i suoi palcoscenici non a caso nei territori della Bassa bresciana, dove, sottolinea Nodari, gli spazi per la cultura tendono a essere ridotti. «Mi dicevano: nella Bassa la gente è concreta, non è interessata ai filosofi. Io rispondevo che avevano ragione fino a prova contraria. Abbiamo scommesso sulla formula itinerante e sul binomio luogo-pensiero scegliendo sempre cornici importanti che consentano di apprezzare le parole godendo del patrimonio artistico e delle bellezze di cui siamo ricchi. È stata una scommessa vincente ma non sono state tutte rose e fiori, ci sono molte spine: oltre alla fatica c'è anche il fatto che la cultura è ancora poco sostenuta. Sarebbe importante favorire il mecenatismo degli imprenditori per far comprendere che la cultura dà un ritorno reale». Nonostante le difficoltà nei suoi quasi vent'anni di vita il festival (che la scorsa settimana ha ottenuto una menzione speciale al premio Rosa Camuna istituito da Regione Lombardia) «si è sempre più definito nei suoi contorni e nell'esigenza di rispondere alla fame di cultura del territorio», rimarca ancora Nodari, arrivando a coinvolgere anche una vasta rete di comuni e un pubblico sempre più affezionato.