Ad aprire le danze è stata la proiezione al centro culturale Aldo Moro de «Il film la bicicletta verde». Andato in scena 1'8 marzo ha dato voce ad Alma Bonetti attivista di Amnesty International che presente con la sua testimonianza ha fatto riflettere sulla situazione in cui versano le donne in paesi come l'Iran dove pochi mesi fa centinaia di bambine sono state avvelenate nel tentativo di chiudere le scuole femminili.
Coinvolgente anche il secondo appuntamento che ha visto la psicoterapeuta, giornalista di fama internazionale Maria Rita Parsi dialogare con l'orceana Francesca Nodari presidente di Filosofi lungo l'Oglio. Insieme hanno snocciolato temi forti, prendendo spunto anche dal proprio vissuto, perché condividere spesso può rappresentare una chiave di svolta. «Volevamo mettere l'accento sul fatto che l'8 marzo è la giornata internazionale dei diritti delle donne - ha spiegato Catia Piantoni, di Daphne - mai come in questo periodo i loro diritti in Italia, ma soprattutto nel mondo, sono minacciati. Se da un lato va riconosciuto che in alcuni paesi c'è una graduale crescita, per contro in altri assistiamo ad un'involuzione della storia». Lo riprova il fatto che una donna su 4 in Europa è vittima di violenza. Questo è solo uno dei tristi bilanci con cui l'universo femminile deve fare i conti. Un dato che sottolinea quanta sia ancora la strada da percorrere nel segno della libertà e dell'uguaglianza di genere. Nel 2022 rete di Daphne ha dato sostegno alle 83 donne che si sono rivolte ai loro sportelli dislocati a Iseo, Palazzolo sull'Oglio, Chiari e Orzinuovi. Di cui più della metà sono state portate in protezione perché in situazione di rischio.
«Bisogna decidere da che parte stare, tutti assistiamo alle violenze di piccole, medie, grandi gravità ha continuato Piantoni Non abbiamo bisogno di supereoi o di super eroine, abbiamo bisogno che gli uomini perbene così come le donne perbene decidano da che parte stare».
Una spada di Damocle quella del ciclo della violenza che va contrastato con più sensibilità e meno pregiudizi, perché è grazie a realtà come la Rete di Daphne che le donne vittime non sono sole. Anzi se solo potessero abbattere la coltre di vergogna che le blocca nel chiedere aiuto avrebbero la possibilità di trovare sostegno nelle equipe di avvocatesse, psicologhe, assistenti sociali, mediatrici culturali e volontarie h24 che l'Associazione mette a disposizione.
Purtroppo lo spettacolo «Le Fenici» di e con Marta Ossoli in programma stasera all'Aldo Moro è stato cancellato. Grande attesa invece, per lo spettacolo conclusivo del 30 marzo alle 20.30 dove le studentesse del Cossali leggeranno dei loro testi e poesie. Con loro si esibiranno le giovani musiciste orceane in collaborazione con l'accademia Diesis. «Vogliamo facciano valere il loro talento hanno concluso Perché tenere insieme i talenti e le qualità delle donne aiuta a contrastare la violenza, questo è il nostro mantra».