Uno dei nomi importanti del Festival Filosofi lungo l'Oglio, il presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky, terrà la sua lectio a Bergamo il 27 ottobre (ore 21), nella basilica di Santa Maria Maggiore. «Senza adulti» è il titolo della sua comunicazione. È la prima volta che il costituzionalista partecipa alla manifestazione, è la prima volta che essa, giunta al suo terzo lustro di vita (XV edizione), coinvolge così sensibilmente Bergamo e la sua provincia.
«Senza adulti» è il titolo di un libro di Zagrebelsky di quattro anni fa. in esso lo studioso esce un po' dal suo campo «tecnico», e affronta la società italiana e i cambiamenti in atto. Quale posto - si chiede - è riservato alla terza età in una società che sempre più esalta la giovinezza da conservare a ogni costo? E che fine ha fatto la maturità, l'età della pienezza, un tempo considerata la «condizione durevole dotata di valore, anzi: del massimo valore»?
Per lungo tempo in Occidente la vecchiaia è stata considerata sinonimo di saggezza; circondata di rispetto, era chiamata a «conservare» la società nel suo ordine. Oggi vediamo invece una «giovinezza che consuma se stessa senza preoccupazione di quanto l'avvenire potrebbe riservare».
Aldilà della retorica sui «cosiddetti diritti delle generazioni future», quella che oggi ha in mano le leve, cercando di salvare se stessa sta lavorando contro i giovani. Credendo di potere disporre illimitatamente delle risorse che la Terra, ancora per poco, è capace di offrire. Ma lo studioso non si ferma al rimpianto di un passato perduto e ritenuto migliore, si interroga su ciò che è necessario perché vi sia un avvenire. Si tratta - dice Zagrebelsky - di dare spazio a una rigenerazione che non consiste nella riproposizione di tutto ciò che esiste, ma solo della parte vitale. Seguendo il principio-guida dell'«agire responsabilmente»,
Alla presentazione di Filosofi lungo l'Oglio ieri mattina in Sala Ermanno Olmi Romina Russo, consigliera provinciale bergamasca, con delega alla Cultura, ha detto che «la nostra Provincia sostiene l'iniziativa per la prima volta quest'anno. È un'occasione importante per ripensare a quanto ci è accaduto, non solo nella dimensione del lutto, ma anche in quella dello spirito di ripartenza. La pandemia ha colpito il senso profondo della nostra esistenza, la filosofia è un mezzo per una riflessione sulla nostra vulnerabilità, come individui e consorzio sociale, ma anche sul legame profondo che tiene insieme una comunità». «Entriamo in punta di piedi in una provincia che si prepara, con la nostra dí Brescia, all'esperienza congiunta di capitale della Cultura 2023», dice Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio e direttore scientifico della rassegna, che, ricordiamo, è stata insignita della medaglia del Presidente della Repubblica («Mattarella si è attentamente informato, anche quest'anno, su date e relatori», fa sapere Nodari).
Il tema: «Essere umani» è stato scelto «la sera conclusiva dell'edizione precedente. Mai ci saremmo aspettati che cadesse così tempestivo e puntuale». A mo' di sottotitolo, o esergo, un'eloquente citazione da Lévinas: «L'alterità d'altri è la punta estrema del "tu non ucciderai"».
Ventisei incontri con altrettanti relatori, in 23 Comuni delle province di Bergamo, Brescia e Cremona, dal 21 settembre al 30 ottobre. Cominciando da quelli che si terranno nella nostra provincia: «Per la prima volta in terra bergamasca, il 1° ottobre, ore 21, presso il chiostro di san Bernardino, in quella Caravaggio che ha ospitato l'ultima lectio di Emanuele Severino, parlerà Duccio Demetrio», già ordinario di Filosofia dell'educazione a Milano Bicocca: «Perché lettura e scrittura ci rendono più umani?».
A Treviglio, invece, al Teatro Nuovo, il 12 ottobre sarà di scena «un'ospite fissa del Festival, Francesca Bigotti», su una virtù non troppo à la page: «La mansuetudine». Nodari pone l'accento su un incontro, il 25 settembre presso l'azienda Le Vittorie a Villachiara (Bs), che riunirà i sindaci di tre città fra le più colpite dal Covid: con Gori, il sindaco di Brescia Del Bono e quello di Cremona Gianluca Galimberti. Il 22 settembre Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, lancerà il monito «Siate umani!» dal monastero di San Pietro in Lamosa, a Provaglio d'Iseo, il 26 ottobre l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari al Politeama di Manerbio su «Essere umani tra dike e nomos». Il 28 ottobre, nella chiesa di Santa Maria Nuova a Chiari parlerà Silvia Vegetti Finzi («La prima cosa bella»). Chiuderà la manifestazione, il 30 ottobre, Maria Rita Parsi al Museo del violino di Cremona: «Essere inumani».
Sono intervenuti alla presentazione di ieri a Bergamo anche il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e, per l'Ufficio Cultura di Treviglio, Sara Albergoni.