Archiviata una quattordicesima edizione che durante il suo viaggio culturale attraverso la provincia di Brescia ma non solo ha fatto registrare oltre 32mila presenze (dati comunicati dall'organizzazione), ospitando alcuni fra i più illustri studiosi e pensatori contemporanei che quest'anno si sono confrontati sul tema del «generare», per il festival «Filosofi lungo l'Oglio» è già tempo di proiettarsi nel futuro. Che, nel caso specifico, coincide con l'edizione 2020, la quindicesima, di cui è già stato annunciata la parola chiave, che il comitato scientifico ha individuato nella locuzione: «Essere umani».
«Termine che - guarda avanti Francesca Nodari, direttrice della rassegna - apre a una ricca serie di declinazioni sulle quali potranno nascere e fiorire numerosi interventi». «ESSERE UMANI, essere uomini, ma anche umanità, umanesimo, umanitarismo. Non è solo una questione biologica di specie, ma anche affettiva, di equità, mitezza, civiltà, generosità verso i simili... Essere umani vuoi dire essere uomini, di sesso maschile, o essere indistintamente umani? Vuol dire essere indifferenziatamente uomini e donne, peri quali sono valsi e valgono gli stessi principi?». Ancora: «Essere umani vuol dire anche, oltre a saper pensare, saper agire, fare, fabbricare. Gli umani come artefici dunque, capaci di creare, costruire, trasformare l'ambiente e la realtà in cui vivono, adattandoli ai propri bisogni. L'individuo della società planetaria saprà essere all'altezza delle sfide che provengono dalla globalízzazione? Riuscirà quest'uomo "di carne e di sangue" a essere, fino in fondo, umano?». Alla prossima edizione del Festival il compito di provare a rispondere, ma soprattutto di continuare a fare domande.