Testimoni. Quanti sindaci nella campagna fresca di marzo, ieri mattina: scorrono le immagini di autorità in mezzo al popolo, il prefetto Annunziato Vardé, il questore Vincenzo Ciarambino, i vertici dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, presente il colonnello Russo, gli amici di don Giuseppe Potieri e don Pino Puglisi, i due Giusti nel Giardino di Barbariga, don Pino, il martire assassinato dalla mafia, don Potieri il sacerdote messo al muro, pestato, salvo per miracolo, amico dei deboli, combattente contro il nazifascismo, come don Pino educatore dei giovani, sostenitore degli sfollati, degli sbandati in guerra e in pace.
C'è un bel mucchio di popolo in questo campo di impegno civile tra paese e campagna e il merito è della volontà organizzata e dell'intelligenza coraggiosa della prof. Francesca Nodari, sostenitrice di riflessioni sul pensiero storico con il festival dei Filosofi lungo l'Oglio, della cui Fondazione è presidente, i circuiti curati della Shoah e dal 2015 quel suo piantare, seminare e raccogliere i frutti dell'albero di Giusti bresciani, tra i 417 Giusti d'Italia e i 20mila nel mondo. Lode a Andrea Andrico, cercatore di martiri e partigiani, resuscitati alla memoria.
Ieri a Barbariga si è alzata la meditazione pacata del Prefetto: «Va tenuto bene a mente questo percorso di responsabilità, non dobbiamo mai abbassare la guardia sull'orrore. La benedizione dei due cippi ricordo sotto la Torre degli orrori, sui quei 6 milioni di morti ebrei e va reso onore a questi giusti non ebrei che hanno salvato a rischio della loro vita tante famiglie ebree. Per questo staremo insieme intorno all'albero dei Giusti».
Fede e vita. Il sindaco di Barbariga, Giacomo Uccelli ha ricordato insieme a Gianluigi Zanola, pronipote di don Potieri, la grandezza di questo personaggio bresciano, la cui testimonianza si è disposta tra Gussago e Barbariga, il suo coraggio, la sua fede pronta al dono della vita per gli altri, quell'esempio di cui oggi si sente il bisogno contro la negazione della carità e dell'accoglienza. Di don Pino Puglisi hanno parlato gli amici di Palermo il fratello che doveva essere qui è morto un paio di settimane fa -, la rappresentante di Libera Rosalba Panaro, che a noi porta subito al nome di Giuseppe Giuffrida leader con la moglie della battaglia contro la criminalità organizzata.
Tratteggia l'immensa portata del suo martirio, la forza di battersi contro la mafia sapendo che l'avrebbe ucciso, la costante unità dell'essere cristiano impegnato nella preghiera e nel sollevare gli «impossibili» del Brancaccio di Palermo a forza del suo martirio.