Umberto Curiè professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova e docente presso l’Università “Vita e salute” San Raffaele di Milano. È stato visiting professor presso numerosi atenei europei e americani. Nei suoi studi si è occupato della storia dei mutamenti scientifici per ricostruirne l’intima dinamica epistemologica e filosofica. Più di recente si è volto a uno studio della tradizione filosofica imperniato sulla relazione tra dolore e conoscenza e sui concetti di logos, amore, guerra e visione.
A partire dalla settima edizione, la manifestazione ha infatti istituito il “Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l’Oglio. Un libro per il presente”, un riconoscimento assegnato all’opera di uno studioso che abbia elaborato, attraverso il suo pensiero, idee capaci di fornire agili strumenti per abitare la nostra contemporaneità. Una filosofia illustre ma “viva”, ancorata al nostro presente.
A leggere la motivazione della Giuria e a introdurla al pubblico Francesca Rigotti, in qualità di Presidente.“Partendo dal concetto freudiano di perturbante che mostra come proprio ciò che appartiene all’ambito domestico è massimamente perturbante: la cosa a noi più vicina è in realtà carica di una forza inquietante, Umberto Curi fa leva sull’esplorazione di questa dimensione di ambivalenza per trattare una figura che, sia dal punto di vista concettuale che linguistico, si mostra essere inevitabilmente duplice: lo straniero. Non a caso non esiste nessuna lingua che traduca perfettamente il concetto freudiano di perturbante. Tranne una: il greco antico, con Xenos. Che è anche il termine usato per indicare lo straniero.
Straniero è colui che, venendo dall’esterno, pone il problema dell’accoglienza e dell’ospitalità. Ma insieme pone anche l’aspetto della minaccia. Sono due caratteristiche insolubili. Non è mai possibile ridurre l’hostis, il termine latino per indicare lo straniero, semplicemente a ospite; così come non possibile ridurlo soltanto a nemico. È sempre ospite e nemico insieme. La nozione dell’ospitalità chiama in causa quella del dono che, come insegnano i classici greci e latini, si presenta come qualcosa che al tempo stesso conferisce e sottrae. È qualcosa che aggiunge, ci dà qualcosa in più. Ma al tempo stesso vincola, ci mette in una condizione di subalternità.
È esattamente ciò che accade con lo straniero. Non v’è dubbio che sia portatore di un dono. E questo dono è il conferimento della nostra stessa identità. Tuttavia lo straniero è anche colui che porta con sé un’inquietante carica di minaccia. Ed è proprio questo aspetto che crea e alimenta la paura fino ad essere strumentalizzata da alcune forze politiche, le così dette politiche del rifiuto, tese a creare un vero e proprio mercato della paura per esercitare un più facile controllo sociale.
Con questo importante volume, l’Autore – che ha imperniato la sua attività di ricerca su tre fondamentali nuclei di indagine: la riflessione sul nesso politica-guerra e sulla nozione teoretica di polemos, lungo la linea che congiunge Eraclito a Martin Heidegger; la valorizzazione della narrazione; la meditazione su alcuni temi fondamentali dell’interrogazione filosofica, quali l’amore e la morte, il dolore e il destino – ci invita, attraverso una riflessione approfondita della figura dello straniero, a cogliere la sua polivalenza e a tenere ben distinte l’ospitalità, che è una nozione filosofica, dall’accoglienza, che è uno dei possibili atteggiamenti con cui affrontare una questione centrale del nostro tempo.
Si tratta, pertanto, di un testo che per la sua originalità e per il suo rigoroso scavo teoretico offre degli strumenti essenziali per interpretare e abitare il nostro presente attraversato da un disorientamento preoccupante, una paura diffusa, un progressivo logorio del simbolico mentre soffia forte il vento dei populismi e delle disuguaglianze.”
Il Festival Filosofi lungo l’Oglio ha ricevuto, per il terzo anno consecutivo, la medaglia del Presidente della Repubblica per il rilevante interesse culturale della manifestazione e, in itinere, il marchio dell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.