GIÀ DIRECTEUR d'études all'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, di cui è stato a lungo presidente, Augé è tra i maggiori africanisti dei nostri tempi e negli ultimi vent'anni è diventato una vera e propria figura di riferimento per un'antropologia della tarda modernità. A livello internazionale è noto anche e soprattutto per aver coniato il concetto di
«nonlieux», con il quale lo studioso definisce determinati spazi in contrapposizione con la nozione classica di luoghi antropologici.
I «nonluoghi» sono infatti quei luoghi di transito e di consumo - i centri commerciali, l'aeroporto, la stazione ferroviaria, il supermarket, le arterie stradali... - dove l’altro si incontra senza vederlo, con la caratteristica comune di non assegnare identità alle individualità che vi transitano, di non essere relazionali e di non avere carattere storico.
Nel suo lungo percorso di ricerca Mare Augé ha inoltre focalizzato l'attenzione su una serie di esperienze contemporanee che esplorano la progettazione urbanistica, le forme dell'arte contemporanea e l'espressione letteraria: riflessioni eclettiche e trasversali che ha raccolto e sviluppato attraverso una produzione letteraria e saggistica pressoché infinita.
Tra le presenze fisse al festival diretto da Francesca Nodari, nel 2015 lo studioso francese Marc Augé è stato insignito della quarta edizione del «Premio Internazionale di Filosofia/Filosofi lungo l'Oglio. Un libro per il presente» con il volume «Le nuove paure. Che cosa temiamo oggi? ».
L'APPUNTAMENTO di questa sera, come al solito ad ingresso libero, è fissato per le 21.15; in caso di maltempo l'incontro si terrà al Salone Marchettiano.
Il festival farà poi tappa venerdì sera a Rudiano, dove ad intervenire sarà Marco Ermentini (per ulteriori informazioni, esiste il sito Internet uffìciale wwwfilosofilungologlio.it).