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Domenica, 03 Luglio 2016 15:28

Francesca Rigotti e la Grazia, dal paganesimo a... Italia-Germania La lezione a Paratico per Filosofi lungo l'Oglio. Oggi a Iseo il premio ad Armando Savignano

PARATICO. Il Parco di Paratico, la brezza risalente dal lago d'Iseo, più bella delle vampate di Christo stremato dal milione e passa di pellegrini sull'arca di Noé, rinfresca e solidifica l'altra sera il popolo della filosofia bresciana. Si osservano le due donne, entrambe di nome Francesca, la Rigotti docente di Filosofia delle dottrine politiche a Lugano e la Nodari presidente-direttore della Fondazione Filosofi lungo l'Oglio, per la lezione su «Grazia, dono, gratuità: un percorso pagano». La relatrice afferma la presenza nel paganesimo di questa Mitogia, ancora prima del cristianesimo. Nulla di clamoroso per chi conosce il fluire della vita morale e spirituale, l'innestarsi di una civiltà nell'altra. Tuttavia servono coraggio e chiarezza.

Francesca Rigotti ha coraggio, chiarezza e fantasia, così compra un attacco di tre fuoriclasse, per rimanere nel campo speculativo-sportivo che le piace molto e di cui computeremo le analogie strada facendo. Mette Seneca al centro e sulle ali il vecchio Plotino e il «giovane» Bergson, consapevole che la partita Italia-Germania incombe e se ne vuole servire per accennare a come Gratuità e Grazia siano ovunque pervasive, nel campo dell'essere e della sua gioiosità. I greci evocavano la Grazia come dono degli dei e d'altro canto aggiunge la docente, proprio nel prossimo cinquecentesimo anno delle riforma di Lutero, (1517-2017), a cui papa Bergoglio ha già posto una attenzione di simpatia per i protestanti la Gratuità non corrisponde a un ringraziamento a Dio per un dono, piuttosto a un'adorazione per il dono della Grazia della Fede al netto di un rapporto tra chiedere e ricevere. Qui non sarebbero in ballo futuri ex voto. Stiamo perdendo per la strada dei secoli il senso della gratitudine ripulita dagli interessi economici.

La prof. Rigotti insieme a Francesca Nodari evoca la danza delle tre Grazie, di familiarità estetica e di sensualità celestiale. Compaiono le Grazie di Botticelli, l'opera di Raffaello, il filosofo non rinuncia a lasciare sole e separate estetica e morale, Gratuità e Bellezza, sensualità del movimento ed esplorazione mistica della gioia che unisce il cielo alla terra. Si ricorre ai polmoni potenti di Seneca, sempre nella metafora del gioco. Lui afferma di una tema di Grazie, di tre funzioni, l'una Grazia dona il beneficio, l'altra lo riceve e la terza lo ricambia, simbologia divenuta danzante e unica nelle circolari figure del Botticelli: le Grazie si tengono per mano e non concedono nulla al pericolo di uno scambio. Francesca Rigotti non tralascia l'offensiva di chi non la pensa così e nel centrocampo «avversario» compare l'antropologo Mauss che nega la gratuità totale, travisando Seneca il quale lo riprenderebbe da lontano, respingendo la teoria degli atti apparentemente gratuiti.

Proprio come i luterani: sola gratia, sola fide, sola scriptura: Lutero dice «prega per ringraziare per la Grazia della Fede». Niente altro, nessun do ut des. Rigotti scarta e offre la formula della Grazia uguale a dono più piacere più bellezza più movimento più splendore. Di questi elementi si compone la metafisica della Grazia, la stessa riemersa in un'opera poco conservata di Crisippo, filosofo greco. È lui a introdurre la metafora del gioco della palla e a sostenerci chissà come sarà andata per noi che scriviamo il venerdì notte, vigilia di Italia-Germania introduce il paragone con il gioco della palla che è come quello della Grazia. E qui, Francesca Rigotti dice: «In tanti amiamo il calcio, questa bella nazionale italiana, perché traduce il movimento dei calciatori, il coro dentro e fuori dal campo, la gioia per la Grazia del movimento proprio come un'immagine di Grazia». Graziosi Chiellini e Eden diciamo noi, fateci la Grazia! Ma se dovessimo perdere, sia chiaro, la colpa è di Lutero, il germanico.

Storia della filosofia spagnola. Oggi, alle 18, all'Hotel Iseolago (via Colombera 2), proclamazione del vincitore del Premio internazionale dedicato a «Un libro per il presente». È il prof. Armando Savignano, con «Storia della filosofia spagnola».

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