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In occasione della Giornata della Memoria si terrà una straordinaria "Maratona della Memoria", con una serie di interventi online promossi dalla Fondazione "Filosofi lungo l'Oglio" presieduta dalla filosofa Francesca Nodari.

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la "Maratona della Memoria", l'iniziativa che, in occasione della Giornata dedicata al ricordo della Shoah, è stata messa in campo dalla fondazione "Filosofi lungo l'Oglio". Si tratta di una serie di interventi online per indagare da un punto di vista filosofico, storico, teologico, letterario che cosa è stata la Shoah.

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Martedì, 19 Gennaio 2021 06:50

Maratona della Memoria, viaggio online

La fondazione Filosofi lungo l'Oglio propone una nuova serie di appuntamenti da domani fino al 27 gennaio. Si parte con De Benedetti La chiusura sarà con Forti Nodari: «Mai come adesso íl monito è non dimenticare»

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«Maratona della Memoria» in occasione dell'omonima Giornata. Ovvero: una serie di interventi online promossi dalla Fondazione Filosofi lungo l'Oglio presieduta da Francesca Nodari. Un percorso «capace di indagare cosa è stata la Shoah», ma senza prescindere «sia dall'attuale panorama geopolitica sia dallo spettro di un antisemitismo di ritorno proclamato a più voci dai cosiddetti negazionisti».

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Mercoledì, 20 Gennaio 2021 04:17

Le otto tappe della «Maratona della Memoria»

«La maratona della Memoria», da oggi a mercoledì prossimo, giornata che commemora le vittime dell'Olocausto, è promossa dalla Fondazione Filosofi lungo l'Oglio, presieduta da Francesca Nodari, direttrice scientifica dell'omonimo festival che si svolge, dal 2006, tra le province di Bergamo, Brescia e Cremona. Obiettivo degli incontri on line è indagare, dal punto di vista filosofico, storico, teologico e letterario, cosa sia stata la Shoah.

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Giovedì, 21 Gennaio 2021 03:57

Shoah, una Maratonane fa memoria

Shoah, una Maratona ne fa memoria Una "Maratona della Memoria" online per non dimenticare la Shoah. È quanto propone, da oggi al 27 gennaio, la Fondazione "Filosofi lungo l'Oglio" presieduta da Francesca Nodari: un percorso per indagare da un punto di vista filosofico, storico, teologico e letterario cosa è stato l'Olocausto e offrire un momento di riflessione.

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TRA LE VOCI AUTOREVOLI CHE ARRIVANO DAGLI ARCHIVI DELLA FONDAZIONE ANCHE QUELLE DEGLI SCOMPARSI PAOLO DE BENEDETTI, AMOS LUZZATTO E RAV GIUSEPPE LARAS CON LE LORO IMPORTANTI TESTIMONIANZE E POI DAVID BIDUSSA GABRIELE NISSIM SALVATORE NATOLI MASSIMO GIULIANI E SIMONA FORTI PER “FARE INSIEME MEMORIA”

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Giovedì, 21 Febbraio 2013 01:00

David Bidussa e le ragioni dei viaggi della memoria

Non basta l’imperativo «non dimenticare», bisogna anche educare alla memoria, ormai consapevoli del fatto di trovarci già, in un certo senso, nell’era della post-memoria. Questo è il tema dell’ultimo incontro della rassegna di Filosofi lungo l’Oglio. Stasera, alle 20.45, nel teatro comunale di Leno (via Dante, 7) toccherà a David Bidussa tirare le fila del percorso di riflessione sul dopo Shoah, iniziato lo scorso 17 gennaio. Lo studioso interverrà con una lectio magistralis dal titolo «Educare alla memoria. I viaggi di memoria tra oggetto e progetto» nella prospettiva che l’educazione è fatta anche di atti concreti.

L’istituzione del Giardino dei Giusti nella nostra città, la cui cerimonia di inaugurazione è fissata per mercoledì 6 marzo, alle ore 11, in un’area del Parco Tarello, vuole essere infatti la messa in pratica di questo intento.Giornalista, autore di saggi sull’ebraismo, David Bidussa è uno dei più autorevoli storici sociali delle idee. Lecturer presso la Hebrew University di Gerusalemme tra il 1982 e il 1984, lavora presso la Biblioteca della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano.

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Mercoledì, 20 Febbraio 2013 01:00

LA SFIDA DEL FARE MEMORIA NELL’ERA DELLA POST-MEMORIA

Volge alla conclusione il ciclo di conferenze di Fare memoria: perché? Dopo la partecipata lectio magistralis di Gabriele Nissim, giovedì 21 febbraio, nella cornice del Teatro comunale, sito in via Dante 7 a Leno (Bs), a partire dalle ore 20.45, toccherà a David Bidussa – autorevole storico sociale delle idee – tirare le fila del percorso iniziato lo scorso 17 gennaio. Lo studioso interverrà con una lectio magistralis dal titolo: Educare alla memoria. I viaggi di memoria tra oggetto e progetto. «Potremmo dire – ha dichiarato il direttore scientifico, Francesca Nodari – che il filo rosso che ha attraversato tutti gli incontri di questa seconda edizione di Fare memoria sia racchiuso nella tensione di dover rispondere non soltanto all’imperativo del “non dimenticare”, ma anche a quello immediatamente successivo dell’ “educare alla memoria”, consapevoli come ormai siamo del fatto di trovarci, già, in un certo senso, nell’era della post-memoria. Una sfida questa che non ammette procrastinazioni e dinnanzi alla quale non possiamo trovarci impreparati. Di qui l’esigenza dell’approfondimento, della trattazione del tema in oggetto in maniera trasversale e plurivoca nonché – e non a caso si tratta della tappa finale di questa seconda edizione – il tentativo di esaudire il monito dell’educare alla memoria anche attraverso gesti concreti: l’istituzione del Giardino dei Giusti nella nostra città, la cui cerimonia di inaugurazione è fissata per mercoledì 6 marzo, alle ore 11, in un’area del Parco Tarello a Brescia vuole essere, se così si può dire, la messa in pratica di questo intento».

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Al teatro comunale di Leno, l’altra sera, sedevano donne, uomini, una classe dell’Itc. Rappresentavano una corriera immaginaria verso i campi dic oncentramento a studiare e ristudiare la Shoah, per scoprire un’originalità all’interno del maleedunque un’originalità maggiorata nella bisaccia del bene. Fare Memoria, la Shoah, ciclo pensato, organizzato e vissuto dai Filosofi lungo l’Oglio, diretto da una stimata lettrice della filosofia e della filosofia rivissuta della Shoah,Francesca Nodari, è entrato l’altra sera, per la prima volta a Leno, nell’ultima serata della lunga rassegna invernale diquesto ammirabile compendio di studi e di intellettualità bresciana e lombarda al servizio della storia e della storia della memoria.

Relatore, sempre, di lusso, David Bidussa, storico sociale delle idee, salutato da Francesca Nodari, dal vice sindaco Rossella De Pietro, dall’assessore Arturo Piubeni, da una bella classe dell’Itc. Tema: «I viaggi di memoria», a scoprire le diversità dell’avvicinamento ai campi di concentramento, alle interpretazioni itineranti di varia natura e di diversa ispirazione. Bidussa ricorda che il viaggio è pianificazione diunlavoro, fare i conti con l’immaginario degli adulti e dei ragazzi, dei protagonisti e dei successori. Sempre con la raccomandazione profonda che il viaggio non si trasformi in una gita, in un tempo di distrazione impalcato su una curiosità breve e leggera. David Bidussa segnala la punteggiatura del vecchio calendario scolastico, di feste sante e laiche pronte ogni settimana e di un’assenza di quel 27 gennaio, Giornata della Memoria, ormai centrale nella vita pedagogica e storica della scuola italiana e europea odierna. Per quanto concerne i Viaggi della Memoria, essi iniziarono nel 1950 e riguardarono, all’inizio, i familiari delle vittime.
Avanzavano nel vuoto del campo e portavano la testa in terra e al cielo, cercando di scoprire l’ombra dei torturatori e le ultime tracce dei loro martiri. Il secondo viaggio della memoria fu degli ex deportati e infine vennero avanti i nostri ragazzi di oggi e di appena ieri. Da non dimenticare, riflette Bidussa, le molte deportazioni, gli altri genocidi. Che la conflittualità della memoria non diventi maggiore della memoria. Se si intende esercitare la funzione e la responsabilità dell’essere storici, non bisogna nascondere il fastidio, per esempio, di scoprire un mondo partigiano nobile e nicchie partigiane assassine.

È fondamentale istruire le generazioni sul rapporto tra i campi e gli avvicinamenti, le diverse tipologie dei campi, il modo altro di rappresentarsi ad essi. Ci sono i campi di lavoro, di sterminio, di transito. L’errore è di considerare soltanto Auschwitz, soltanto il finale, mentre la lunghezza dei patimenti e della tragedia fu molto più ampia e riguardò subito la questione deicampi di lavoro. Bidussa legge la tipologia dei Viaggi. I primi erano dei pellegrinaggi politici,ogni tirannia portava i propri seguaci alla visita turistico-politica della capitale di fondazione, i comunisti a Mosca, i fascisti a Roma, i nazisti a Berlino.

Concluse le ideologie - ma sono veramente concluse le ideologie? - si chiuse il viaggio di una memoria pericolosa. Nei Viaggi della Memoria, cresce l’emozione di un abbraccio con i martiri e cede l’orizzonte dell’ideologia. La pietà maggiore si trova di fronte a un campo senza ideologia e dunque con un modo di speranza diverso, quasi diminuito. Poichè l’ideologia, comunque, è un fronte di speranza. Un mese fa, ricorda Bidussa, i dati delle viste annuali a Auschwitz spiegarono che un milione e 400mila persone avevano oltrepassato quel cancello.Risultavano assenti i lituani, gli ungheresi, i lettoni. I conti con la storia e con la crisi, simultaneamente, hanno complicato la resa dei conti con la memoria. Assenti, i Paesi Arabi e i Cinesi. I Paesi cosiddetti Emergenti sembrano esenti dalla necessità di costruire memoria, non hanno bisogno di tornare indietro, per loro è importante soltanto l’idea di futuro.

Bidussa istruisce le nuove generazioni a oltrepassare la soglia del cancello, immaginando che lì ci fu la morte e che fino al punto in cui raggiunse il corpo dei deportati, le persone si parlarono, si amarono, sperarono. Va ricercata l’impresa sovrumana e eroicamente normale di una vita prima della fine.

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