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Giovedì, 23 Giugno 2016 01:08

Il filosofo e politico, ex sindaco di Venezia, a Chiari come ospite di «Filosofi lungo l'Oglio»

Cacciari, indagine sulla gratuità da Eschilo al Vangelo a Marziale Chiesa di Santa Maria Maggiore gremita per l'incontro.
La sfumatura: «Il perdono è dono all'infinita potenza» «Solo l'Idiota di Dostoevskij esce dall'amore del sé»

Schopenhauer asserì che la barba andava proibita dalla polizia. Questione di maschere da evitare, di legalità da preservare. Non aveva, evidentemente, fatto i conti con questo suo epigono post-moderno. Un pensatore rock con le fattezze classiche del filosofo (anche se il portamento non è più quello ascetico di tempi passati, pur restando marchio ben riconoscibile), un sognatore che ha provato a traslare nel concreto emisfero della politica la leggera impalpabilità della dissertazione. Unendo pragmatismo e complessità astratta. Quindi «Gratuità», laconico. Il trait d'union 2016 di «Filosofi lungo l'Oglio», rassegna diretta da Francesca Nodari, non ha bisogno di particolari aggiunte sui titoli della serata consacrata a Massimo Cacciari.

RICAMI neanche a parlarne, al contrario una genuina coerenza del logos. Un cellulare, e il microfono scricchiolante, disturbano la sua introduzione: «Spero che cessino presto commenta severo davanti alla stracolma chiesa di Santa Maria Maggiore, a Chiari -: serve concentrazione, non sono abituato a semplificare le cose difficili». Sopravvissuto a un secolo che pareva essergli cucito addosso su misura, il XX, senza particolari bug di sistema, l'ex primo cittadino di Venezia non è avvezzo a sviare dai propri compiti: ha un tema davanti, lo introduce con debita premessa, lo osserva con procedura prismatica tante angolazioni, infinite spigolature lo snocciola sino a raggiungerne il cuore. I prodromi: «C'è una differenza ben precisa tra gratuità e dono: quest'ultimo costringe a contraccambiare. Nelle lingue indoeuropee i verbi dare e prendere hanno radice comune: siamo nel contesto dello scambio e delle reciprocità». Una manciata di citazioni(Marziale, Tucidide, Eschilo), e si passa dal campo urologico a quello semantico: «La Santa Maria Maggiore, a Chiari, affollatissima per il filosofo gratuità ha qualcosa a che fare con la luce, simbolo religioso e filosofico fortissimo. E comprende il senza perché». Scarto improvviso verso la religione, attraverso alcuni versetti del Vangelo di Matteo: «C'è una sfumatura tra il dono e il perdono, che è un dono all'infinita potenza». Aporia di sistema, a sua detta serve un «detotu-» per risolverla: «Bisogna partire dal concetto di misericordia: la gratuità del misericordioso è pari a quella del Signore». Ma è traguardo raggiungibile dall'uomo? «Il tutto perdonare, tutto illuminare non deve comprendere negativi. Non conosce il male. Giusto l'Idiota di Dostoevskij ne sarebbe capace: essere un Dio per l'altro, uscire dall'amore del sé. Forse è impossibile ma cos'è l'impossibile se non l'estrema misura del possibile?». Ecco la linea metafisica tracciata, lungo l'Oglio, dal sindaco-filosofo.

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