Schopenhauer asserì che la barba andava proibita dalla polizia. Questione di maschere da evitare, di legalità da preservare. Non aveva, evidentemente, fatto i conti con questo suo epigono post-moderno. Un pensatore rock con le fattezze classiche del filosofo (anche se il portamento non è più quello ascetico di tempi passati, pur restando marchio ben riconoscibile), un sognatore che ha provato a traslare nel concreto emisfero della politica la leggera impalpabilità della dissertazione. Unendo pragmatismo e complessità astratta. Quindi «Gratuità», laconico. Il trait d'union 2016 di «Filosofi lungo l'Oglio», rassegna diretta da Francesca Nodari, non ha bisogno di particolari aggiunte sui titoli della serata consacrata a Massimo Cacciari.
RICAMI neanche a parlarne, al contrario una genuina coerenza del logos. Un cellulare, e il microfono scricchiolante, disturbano la sua introduzione: «Spero che cessino presto commenta severo davanti alla stracolma chiesa di Santa Maria Maggiore, a Chiari -: serve concentrazione, non sono abituato a semplificare le cose difficili». Sopravvissuto a un secolo che pareva essergli cucito addosso su misura, il XX, senza particolari bug di sistema, l'ex primo cittadino di Venezia non è avvezzo a sviare dai propri compiti: ha un tema davanti, lo introduce con debita premessa, lo osserva con procedura prismatica tante angolazioni, infinite spigolature lo snocciola sino a raggiungerne il cuore. I prodromi: «C'è una differenza ben precisa tra gratuità e dono: quest'ultimo costringe a contraccambiare. Nelle lingue indoeuropee i verbi dare e prendere hanno radice comune: siamo nel contesto dello scambio e delle reciprocità». Una manciata di citazioni(Marziale, Tucidide, Eschilo), e si passa dal campo urologico a quello semantico: «La Santa Maria Maggiore, a Chiari, affollatissima per il filosofo gratuità ha qualcosa a che fare con la luce, simbolo religioso e filosofico fortissimo. E comprende il senza perché». Scarto improvviso verso la religione, attraverso alcuni versetti del Vangelo di Matteo: «C'è una sfumatura tra il dono e il perdono, che è un dono all'infinita potenza». Aporia di sistema, a sua detta serve un «detotu-» per risolverla: «Bisogna partire dal concetto di misericordia: la gratuità del misericordioso è pari a quella del Signore». Ma è traguardo raggiungibile dall'uomo? «Il tutto perdonare, tutto illuminare non deve comprendere negativi. Non conosce il male. Giusto l'Idiota di Dostoevskij ne sarebbe capace: essere un Dio per l'altro, uscire dall'amore del sé. Forse è impossibile ma cos'è l'impossibile se non l'estrema misura del possibile?». Ecco la linea metafisica tracciata, lungo l'Oglio, dal sindaco-filosofo.