Titolo della sua lectio magistralis: «In principio era la gratuità (non il logos, e neppure l'azione)». Un tema in sintonia con la parola chiave «gratuità», appunto che quest'anno fa da filo conduttore all'undicesima edizione della rassegna itinerante diretta da Francesca Nodari. Laureatosi nel 1981 con Emanuele Severino alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Venezia, Donà (veneziano, classe 1957) ha iniziato a pubblicare diversi saggi per riviste e volumi collettanei, collaborando con Massimo Cacciai alla cattedra di Estetica dello Iuav di Venezia e coordinando per alcuni anni i Seminari dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Venezia.
LA SUA COLLABORAZIONE con la rivista di Architettura «Anfione-Zeto», della quale dirige ancora oggi la rubrica «Theorein», risale alla fine degli anni '80. Sempre con Cacciai e Romano Gasparotti, Donà ha fondato la rivista «Paradosso», consolidando un'alchimia professionale che l'ha visto diventare curatore, sempre con Gasparotti e Cacciai, dell'opera postuma di Andrea Emo. Negli anni '90 ha insegnato Estetica all'accademia di Belle Arti di Venezia diventando professore ordinario di Teoretica alla facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. Oltre alla carriera accademica, ha portato avanti un lavoro personale snocciolato tra produzioni letterarie, riviste, saggi e articoli per quotidiani. Parallelamente alla ricerca filosofica, Donà si è sempre dedicato anche alla sua altra grande passione: la musica jazz. Che tra le altre cose gli è valsa alcune jam session con padri storici del genere come Dizzy Gillespie, Marion Brown, Dexter Gordon e Kenny Drew. La sua etichetta di riferimento è la «Caligola Records», il cui responsabile artistico è il fratello Claudio Donà, importante critico jazz.
L'appuntamento con i Filosofi lungo l'Oglio si rinnoverà quindi domani sera, allorché il peregrinaggio neurostimolante farà scalo in città. Nell'auditorium della Confartigianato, in via Orzinuovi, Stefano Zamagni affronterà l'interrogativo «Perché la seconda modernità ha cancellato la categoria del dono?». Gli incontri sono ad ingresso gratuito.