Alle spalle del palco dei relatori, la facciata quasi insuperabile di Villa Morando e dietro un parco lungo 200 metri, un isolante perfetto ai rumori della strada, ai malanni quotidiani. Si legge Villa Morando, si immagina la Versailles della pianura. Venite venite, donne e uomini della città! Questa la quinta teatrale e naturale che giovedi sera, i «Filosofi lungo l’Oglio» con la loro leader, Francesca Nodari, sempre fresca e appassionata del suo festival - che ormai è come un «ragazzo » di 10 anni, coccolato da migliaia di persone -, offriva alla prof. Chiara Saraceno, sociologa nei punti più elevati della hit parade della sociologia. Villa Morando, bellezza popolare, essendodi proprietà comunale, di ogni cittadino logratese. Dunque adatta ad ospitare la questione della povertà, in un’architettura di riscatto dove i poveri del contado e del pendolarismo operaio su Brescia acquistarono la Villa, negli anni Ottanta, tramite i loro amministratori. Così prevedeva lo statuto del lascito nobile: le nostre cose belle andranno ai contadini e ai figli degli orfani. Come dire: alla povertà laboriosa spetta il meglio della terra. In tema con il Festival:«Pane quotidiano per tutta l’umanità ». Pane e Villa.
Perfetta l’accoglienza del sindaco Gianandrea Telò anche per una calibrata essenzialità, del vicesindaco Valeria Belli, per l’eleganza di una sintesi bilanciata fra ospitalità e ammirazione, accorta e ragionata l’introduzione di Francesca Nodari a rammentare, subito, una traccia scritta della prof. Saraceno nell’ultimo libro intitolato «Il lavoro non basta». I numeri, come le parole, a questo punto sono diventati pietre e hanno colpito l’anima. Numeri dettati e analizzati dalla relatrice. La fame si presenta nei paesi ricchi. L’ultimo dossier della Croce Rossa parla di un’Europa con 43 milioni di europei che non dispongono di sufficienti risorse alimentari;dipacchi contro la fame cresciuti del 75%. Una «povertà di fame», ha sottolineato la prof. Saraceno, non riferita solo ai disoccupati, ma pure alle famiglie povere, spesso con un solo reddito basso, fenomeno questo salito del 14%. Fenomeno non riguardante solo i migranti. Il Sud. In questa visione molto scura, il Sud d’Italia si trova in una situazione dicrescente povertà, sulla soglia dell’emergenza. In Italia, tra il 2007 e il 2013, si è passati da 2,4 milioni dipersone povere a 6 milioni.
La povertà è un fenomeno familiare, in cui il nucleo numeroso è previsto in 5 persone, 2 genitori più 3 figli. In Italia - ha precisato la prof. Saraceno - una famiglia con 3 figli e più a rischio di povertà. Al Sud ne bastano 2 per toccare il limite della non sussistenza. La questione femminile viene avanti da sé. Con una famiglia di 3 figli, la madre perde il lavoro, la donna, in generale, non raggiunge minimegaranzie di eguaglianzatra igeneri. Quindi, la povertàpiùacida, verso i minori, quella che si porta dietro, negli anni, gli effetti collaterali più pesanti. I minori. Siamo tra i Paesi a più alta incidenza di povertà dei minori. La culturaverso iminori, continua la relatrice, appare la meno considerata. A un minore povero, a un bambino povero la pagella dei no si estenderà nella memoria di tutta una vita: il no a un viaggio, il no a un invito degli amici a casa, il no a un libro, fino ad alcuni no che penetrano nei sentimenti dell’adolescenza e mortificano il primo farsi di una personalità. Insomma, se sei povero, «vali di meno». Pensavamo fosse un retaggio degli anni Cinquanta e invece ritorniamo alla stazione delle mortificazioni, del piangere, da soli, in un angolo, nel non poter capire un’ingiustizia inutile. Brutta storia, da imparare a memoria e da buttare - svelti! -, nel cestino della cattiva coscienza.