Il «Pane quotidiano per tutta l'umanità» è la parola chiave di questo Festival Filosofi lungo l'Oglio ricco di uno zaino di eni e dunque scattato a mille per rilanciare, come riprende subito la sua presidente e direttore scientifico, Francesca Nodari davanti al sindaco Marco Paderno e all'assessore già sindaco Liliana Ferrari, il bisogno di senso e la fame di conoscenza. La corte del palazzo è punteggiata da centinaia di teste assaltate da tre stormi di zanzare decollate dal vicino aeroporto di Ghedi, come accade da sempre. Lo zaino del Festival è pieno di una targa del presidente Mattarella, del passaggio dell'Associazione a Fondazione, della festa di compleanno per i dieci anni dell'evento, di riconoscimenti culturali europei. Il maschilismo. La questione analizzata dalla prof. Pulcini, docente di Filosofia Sociale, riguarda il «Prendersi cura del Mondo», la storia e il presente di un occuparsi dell'altro, di un superamento, come e quando e in che maniera, dell'individualismo, la ricerca di un cam-po dove si possa sconfiggere l'idea dolorosa di una cura spettante esclusivamente alla donna e di un'esistenza fondata sull'economia e sul mercato. Si è trascurato, secolarmente, il legame con gli altri, la sfera privata è appartenuta alla donna e quella pubblica all'uomo, l'amore al femminile e il fare al maschile. La prof. Pulcino fonda la riflessione sui danni di un maschilismo storicizzato, sulla penalizzazione della donna, sull'errore magistrale di aver affidato l'esercizio del solidarismo a un genere esclusivo. Uno sbilanciamento penalizzante di questo tipo ha sottratto energie alla ricerca del pros-simo, ha isolato la spinta umana verso l'altro e oggi paghiamo prezzi molto elevati alla cre-scita di una solitudine generata da egoismi, con produzione ad alto tasso intensivo di narcisismi, invidie, rivalità, antagonismi. La priorità dell'io. La priorità dell'io ha schiacciato la priorità dell'altro. Si migliora, dice la prof. Pulcini, assumendo, come punto di partenza, la nostra fragilità, la necessità di vincolarsi ad altri destini. Insomma, sembra dire la relatrice, il Pane Quotidiano è nella vetrina di fronte a noi, lo specchio oscurato dalle accensioni dell'egoismo, altrimenti vedremmo che l'altro
è l'io in termini di reciprocità, che è indispensabile, ma non è una novità, ricorrere alla moda dell'empatia, una «scoperta» già scritta nel concetto di «simpatia» settecentesca, in quel mettersi al po sto dell'altro e intravedere il dono auspicato e visibile nella nostra umanità globale. Il Pane Quotidiano, spiega la prof. Pulcini, si scalda meglio e di più, vivendo la positività di una globalizzazione estesa nella potenza dell'altro da sé, nell'accettazione convinta e non passiva di un'utilità assoluta dell'altro, riducendo, nella gradualità consentita dalla nostra libertà, l'attuale centralità dell'individualismo, la nostra sfortuna auto procurata a rima-nere, non unici, ma soli, prigionieri di noi stessi. Domani Enzo Bianchi. Domani sera, nella piazza di Orzinuovi, appuntamento atteso con Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose. Da un anno, Francesca Nodari lo marca stretto e ora lo avrà «tutto suo», anzi, «tutto nostro», nella gran bella piazza orceana. Tema, «Cibo e sapienza del vivere».
Sabato, 06 Giugno 2015 15:32
«Riscoprire la nostra fragilità per diventare più solidali»
Tonino Zana - Giornale di BresciaORZIVECCHI. Meritevolmente fortunata la prima relatrice di questo Festival filosofico, la prof. Elena Pulcini. La riprendiamo subito, tra qualche riga. Nella corte comunale di palazzo Martinengo a Orzivecchi, l'altra sera, il Pane aveva sfamato ogni nuvola in cielo, nel segno di un 2023 anticipato, quando, secondo la statistica buona di qualche scienziato, tutta l'umanità non avrà bisogno di Pane, sarà sfamata.
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- autore: Tonino Zana
- giornale: Giornale di Brescia
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