Cancellarle, però, certe volte è impossibile. Ecco allora che scrivere un libro può diventare un esercizio terapeutico, fondamentale per svincolarsi dalla trappola del silenzio, dalla «repressione emotiva», dalla paura di confrontarsi con certe storie che sembrano troppo brutte e irreali per essere raccontate. Prima però serve una presa di coscienza rispetto al proprio passato, un atto di coraggio che inneschi un percorso quasi psicoanalitico. Nello specifico, di mille altre donne che contro il demone della violenza domestica si ritrovano a dover lottare quotidianamente. Rimanendo spesso confinate ai margini, indecise tra vergogna e ribellione. Francesca Nodari ha deciso di fare un salto fuori dal cerchio con «Storia di Dolores. Lettera a un padre che non ho mai avuto» (Pagine Editore, prefazione curata da Maria Rita Parsi) è uscita allo scoperto mettendo nero su bianco un’intensa storia autobiografica, culmine di una catarsi che a livello narrativo è simboleggiata dal personaggio fittizio di Dolores, ragazza cresciuta in un piccolo paese di provincia soggiogata da «un padre biologico che mi ha sempre considerata un ex figlia».
Tra riflessioni filosofiche, bagliori legati alla fede e frammenti di lancinanti memorie rivissuti con estrema lucidità, Nodari svela il lato oscuro del proprio passato con l’intenzione di «offrire alle donne che come me hanno vissuto e continuano a vivere situazioni del genere la forza di dire basta e liberarsi dalle sabbie mobili della paura e dell’omertà che spesso sono causa di tragedie annunciate». «Mio padre è sempre stato un uomo incapace di esprimersi se non con la violenza, fisica e verbale – ricorda-. Ciò ha innescato una spirale di violenza che come un cancro si è infilata nella dimensione domestica, colpendo anche mia mamma e mia nonna». Francesca Nodari (nota come direttore scientifico del festival Filosofi lungo l’Oglio) presenterà il volume alle 20.45 sullo sfondo della sala consiliare di Quinzano d’Oglio.