Proprio per aver temuto in precedenza di non farcela ad esserci, anticipando, nel caso, «il suo molto triste Bernhard Casper» alla fine di un'epistola tecnologica che ammorbidisce ogni tecnologia. Invece è qui, il grande vecchio della filosofia, abbracciato da Francesca Nodari e da Laura Bonvicini- traduttrice precisa e lettrice a sostegno della lezione, sempre con il benvenuto ospitale e raffinato dell'assessore Cossandi e la presenza di un pubblico ancora più giovane del solito. Casper saluta, subito, San Fedele, il patrono e il corpo della chiesa, «il quale si fida e del quale ci si può fidare», sostiene in uno stile di cronaca armonica, e, appena prima, detta la premessa alla riflessione intitolata, «Fidarsi-cibo della nostra vita»: «Viviamo un tempo carico di pensieri minacciosi...». Subito più in là si affianca a Papa Francesco nel definire il tempo più importante dello spazio, siccome è figlio della relazione umana, di un imprescindibile affondare le nostre radici di storia e di giornata, di primordio e di futuro nella fiducia degli uni con gli altri e in termini finali nella fede dell'Incondizionato. Insomma, come potremmo fidarci dentro una società malata, si chiede Casper, se non puntassimo sull'Incondizionato, che non può più essere messo in discussione, che si spiega da sé e su cui, noi con la nostra vita fragile e mortale, possiamo fare affidamento senza riserve?»
La compatibilità di rischio e libertà intorno alla fiducia, sostiene Casper, viene regolata dalla responsabilità, che è lo stare all'altezza del mondo in cui viviamo, realizzando attese nel vigore della relazione,ascoltando spinte a quel «Oltrepassarsi» di cui si sentono le nuove energie allorché si entra in una «fede esplicita» e si raggiungono conoscenze inesplorate, ispirate proprio da una sorta di allenamento creativo verso l'Assoluto. Casper agita il pianeta dei segni e delle parole sulla fiducia, esplora l'altezza della fede, riordina l'orizzonte umano della responsabilità, l'ampiezza indispensabile della libertà, il rilancio di una dignità purificante, non dimentica certo il valore della speranza. Ma, infine, invita tutti alla rendita sostenibile della fede come remissione alla religione e all'abbandono a quell'Unico da cui proviene, in verità, ogni potere.
La Conversione, intesa nel senso di svolta fisica e rivolta morale, per il prof. Casper è la vera scienza, quand'esca si intenda come sapienza, rivelatrice dell'infinito, che ruota intorno alla prima orbita dell'Unico e Incondizionato soggetto di vita. Non tralasciando di affidare alla fragilità umana il luogo dove liberare ed esaltare la libera, responsabile, dignitosa forza del creato. Ciò di cui parla Dag Hammarskjold, il primo segretario generale dell'Onu, nelle note trovate sulla sua scrivania dopo la sua morte: «Prega perché la tua solitudine diventi il pungolo per trovare qualcosa per cui vivere, che sia abbastanza grande da essere qualcosa per cui morire». È la concessione di Dio alla libertà dell'uomo, stretto alla preghiera del Padre Nostro: «O Dio, non lasciarmi cadere, quando tento». Ciò che pensa il bambino Amedeo, figlio dell'amico di Casper, quando si avventura con la bicicletta nel nuovo rettilineo. Prega il padre e pensa al Padre Nostro, al significato della grande preghiera cristiana che garantisce la spinta del fanciullo, la protezione del padre, l'approdo amico a una tentazione intesa come prova pulita dell'infanzia. Nient'altro che la fiducia come cibo.