Ma quanti saranno quelli che da quello sguardo si sono lasciati interrogare, che hanno preso posizione di fronte a Gesù che cade sotto ilpeso della croce durante la salita al Calvario? Ma a quell’angoscia non si può sfuggire: «Il volto di Gesù si rivolge a ognuno di noi». Nella sacrestia della parrocchiale di Travagliato da secoli è conservato il dipinto di Vincenzo Civerchio che rappresenta Cristo durante la drammatica salita al Calvario. Masi doveva attendere il contributo di un cittadino onorario arrivato dalla Germania per capirne appieno la portata, la forza artistica e comunicativa, la sua reale dimensione sul piano della Fede.
L’altra sera nella chiesa del paese ha fatto tappa il nuovo appuntamento del ciclo Filosofi lungo l’Oglio, protagonista dell’incontro Bernhard Casper, dallo scorso anno (appunto) cittadino onorario del comune dell’hinterland. Casper, professore emerito di Filosofia della religione all’Università di Friburgo. Ha definito la sua presenza «un gesto dovuto verso il "mio" paese», un grazie per l’attestato di stima ricevuto dall’Amministrazione che ha preso corpo con una lezione incentrata sul dipinto realizzato dal Civerchio sul finire del Quattrocento e custodito nella sacrestia della parrocchiale; affreschi dell’artista che operò soprattutto fra Brescia e Crema sono presenti anche nella chiesetta SantaMaria dei Campi sempre a Travagliato.
«Ho tentato di assolvere al mio debito di gratitudine - ha detto il professore - offrendovi una riflessione sull’arte che arricchisce il paese. Ho potuto verificare di persona comela storia vi abbia lasciato una solida eredità culturale, è importante custodirla al meglio». Un pubblico numeroso e attento haascoltato la relazione,un’appassionata lectio magistralis resa piacevole come una chiacchierata dalla straordinaria capacità divulgativa del professor Casper; del resto è stato proprio lui a teorizzare che «noi siamo uomini per il fatto che parliamo».Francesca Nodari, direttore scientifico del Festival,introducendo la relazione, ha spiegato che Casper è un esempio di «tolleranza grata, amichevole. Il suo è un pensiero alto,un cuore grande che ci regala la sua presenza». Esponente dell’Umanesimo, Civerchio ha «regalato» a Travagliato quello che viene considerato il suo quadro più antico, realizzato verso il 1490 quando era solo ventenne. «Di fronte al dipinto - ha spiegato Casper - rimaniamo ammutoliti per l’orrore che viene rappresentato, la sofferenza di Gesù non può lasciarci indifferenti». Lo sguardo del professore ha accompagnato i presenti alla scoperta di dettagli,anche di altre opere di carattere religioso, che difficilmente possono essere interpretati nel giusto modo senza una guida che ti prende per mano.
«La presenza di Dio -ha spiegato - viene rappresentata con lo sfondo blu scuro oppure d’oro; nel dipinto del Civerchio la partealta del cielo che chiude l’opera è appunto blu scuro: è la presenza del mistero divino». La salita al Calvario è realizzata con «una visione prospettica centrale, ma il volto di Gesù è un poco più a destra, invitando così chi guarda quasi a seguire il suo movimento, la sua dolorosa fatica». Ma la lettura del dipinto si è allargata fino a spaziare in paragoni nel corso dei secoli. «Nello sguardo degli aguzzini di Gesù non c’è sadismo- ha spiegato-, la loro è l’espressione di chi sta soltanto eseguendo un ordine: un po’ come i nazisti, chea loro "discolpa" portavano appunto il fatto che il comando del loro agire arrivava dall’alto». E poi il volto di Gesù. «La sofferenza di colui che cade sotto il peso della croce, del Figlio diDio che si è fatto uomo, ci guarda e ci chiede il perché di questo orrore,che senso ha. Il volto di Gesù sembra non dare risposte. La risposta si può trovare solo partecipando al dolore, scoprendo così l’amore infinito di Dio. La salita al Calvario è un dialogo con il volto di Gesù per trovare la Fede».