E rispetto alle belle fatiche di Antonia,mamma di Francesca Nodari, la presidentissima del festival, che porta avanti e indietro tutte le sedie in aggiunta ai posti dei banchi della chiesa di Soncino. Di nuovo, tutto esaurito.
Chiude il ciclo iniziato il 6 giugno, il prof.Piero Coda,sulla questione «Dignità e libertà religiosa». Il teologo sceglie il grande campo del Concilio Vaticano II, è lì - dice - che è maturata una nuova visione del rapporto tra dignità e libertà religiosa, è lì, dopo non poche tensioni, rinvii e aggiornamenti, che si è formulata la dichiarazione, in quindici paragrafi, riguardo al concetto di libertà religiosa come libertà di scegliere un rapporto personale con Dio. Dunque non esiste alcuna autorità sopra la dignità umana ed essa si identifica parimenti con la libertà e con la libertà religiosa, si fonda sull’essenza stessa della relazione della persona fatta a immagine e somiglianza di Dio.
La dignità, perciò, esplora la divinità e ne riceve tracce dal dolore della Croce, dal Cristo che si fa uomo e risorge oltre ogni scelta di libertà religiosa. Come a dire: Gesù si sarebbe immolato indipendentemente dalla dichiarazione di fede religiosa dell’umanità. La Croce si fa simbolo di un segno fermo e doloroso di riferimento nel confronto tra il dolore di Cristo e la scelta libera della persona.
Ogni ora di ogni giorno in questi duemila anni di Cristianesimo. Il prof. Coda ricorda le due anime del Concilio Vaticano II, schierate intorno al tema della libertà religiosa, quella maggioritaria concentrata sulla necessità di un aggiornamento dell’annuncio del Vangelo e quindi suuna formulazione più fresca e aperta della libertà religiosa, e quell’altra, minoritaria, impegnata in una continuità con l’iter del Concilio Tridentino, poco disposta a una revisione della libertà religiosa oltre una dolce passività verso il Cristianesimo, a cui affida una naturale egemonia. Coda enuclea i punti fondamentali della libertà religiosa secondo il Concilio Vaticano II.
Per primo, si tratta di un diritto universale e aperto,secondo il quale nessuna autorità civile e politica può entrare nella coscienza di una persona riguardo al credo religioso, ognuno è libero di determinare il proprio rapporto con la divinità.
La dignità stessa, specifica il prof. Coda, fonda e si sostanzia per la natura essenzialmente libera della persona, a ragione della radice della più spirituale e potente delle relazioni umane. Che è la relazione dell’uomo con Dio, animata e costantemente alimentata dall’amore con Dio e con il prossimo.
La specialità della libertà religiosa scritta nel Cristianesimo - spiega il prof. Coda - si mostra, anche storicamente, nella visione inconfutabile di una libertà incarnata nella figura e nei gesti di Gesù.
Il Concilio Vaticano II ha disegnato una parabola di nuovo profetica, ha iscritto l’urgenza della libertà religiosa e della dignità umana sulla linea del futuro grazie ad una precognizione basata sulla fede nella libertà religiosa, sintomo più alto e definitivo della libertà in quanto tale.
In questa cornice, l’altra sera pienamente rivierasca, con l’Oglio a scorrere a poche centinaia di metri, anch’esso libero e dignitoso, si è conclusa questa straordinaria avventura culturale e umanissima alla ricerca della dignità che è stato il ciclo di incontri con i «Filosofi lungo l’Oglio». Affinché si possa essere liberi di riconoscere la dignità, e di viverla pienamente.