OSPITALETTO. Come preferiamo estinguerci? Nel XXI secolo abbiamo diverse possibilità di scelta: «Catastrofi climatiche, conflitti nucleari, mancanza di ricambio generazionale». Quest'ultima eventualità, in un Occidente con tassi di natalità ben sotto la media, è ventilata nel libro di Luigi Zoja «Il declino del desiderio» (Einaudi), nel quale l'autorevole psicoanalista di scuola junghiana, molto noto e ascoltato in Italia e all'estero, spiega con preoccupazione «perché il mondo sta rinunciando al sesso».
Venerdì sera, nel teatro Agorà di Ospitaletto, Zoja ha ricevuto per questo volume il «Premio internazionale di filosofia Filosofi lungo l'Oglio. Un libro per il presente», assegnato da una giuria presieduta da Francesca Rigotti e composta da Maria Rita Parsi e Francesco Miano. La presidente Rigotti ha lodato la capacità di Zoja di «scrivere in modo chiaro e distinto di questioni che non sono affatto chiare». Lo studioso ha descritto con lucidità dinamiche profonde in atto nella società contemporanea, nei libri sulla «scomparsa del padre», la «morte del prossimo», la paranoia come «follia che si fa storia». Titoli solo in apparenza pessimisti, avverte Rigotti, perché quella di Zoja è una denuncia tutt'altro che rassegnata.
Così avviene anche in questo libro, nel quale Zoja- lo ha affermato Maria Rita Parsi in collegamento telefonico - «pone l'attenzione sul tema dell'educazione al piacere, strettamente collegata all'educazione ai sentimenti che forma la capacità di stabilire un contatto con gli altri». Oggi, invece, il «corpo vissuto» è spesso sostituito dal «corpo esiliato», come ha osservato Francesca Nodari, fondatrice e direttrice scientifica di Filosofi lungo Foglio: rischiamo di «percepire la nostra corporeità come se vivessimo tutti nel virtuale».
Sono i paradossi della libertà, ha fatto notare Luigi Zoja. Se il Novecento è stato il secolo della «liberazione sessuale», dal Duemila in poi la curva del desiderio ha conosciuto una fase discendente. È una sorte sorprendentemente analoga al declino subìto dal cosiddetto quoziente d'intelligenza: «È l'effetto Flynn, dal nome dello studioso che l'ha analizzato. Nei Paesi sviluppati la media dei QI ha continuato a crescere nella seconda metà del XX secolo, grazie all'incremento dei sistemi educativi. A fine '900 la crescita ha rallentato e nel XXI secolo è iniziata la diminuzione. Era arrivato internet: all'inizio ha portato un aumento di conoscenza e competenze, ma, poiché la nostra mente è limitata, l'eccesso di conoscenza ha iniziato a un certo punto a produrre confusione»
La sessualità ha seguito lo stesso percorso. «Il XX secolo aperto dalle ricerche di Freud ha conosciuto la progressiva eliminazione di gran parte dei tabù e un aumento quantitativo e qualitativo della vita sessuale. Gli studi scientifici - in particolare le ricerche Natsal (National Survey of Se xualAttitudes and Lifestyles) condotte in Gran Bretagna - registrano invece nel nuovo secolo una netta diminuzione». Rivelano anche tendenze inattese: «La convinzione che il matrimonio comporti esclusività cresce col diminuire dell'età, per raggiungere fra i maschi il massimo dai 16 ai 24 anni. Più si è giovani, più si crede alla monogamia».
Una scossa di assestamento dopo decenni di eccesso di libertà? Non è solo così, perché molti sono gli elementi di preoccupazione: «Le ricerche sociologiche, cliniche, psicoanalitiche - avverte Zoja - segnalano che, al regresso della sessualità, non si accompagna una consapevole maturazione verso valori costruttivi».
A Ospitaletto ha accennato a due segnali d'allarme: il dilagare della pornografia ha riempito il web di «immagini di irrealtà», facendo sì che oggi sia «la sessualità a voler imitare la pornografia, anziché il contrario». E si registra, soprattutto fra gli adolescenti, l'esplosione del fenomeno della transessualità, «cresciuto del 5000% in una decina d'anni». Sintomo di insicurezza e fragilità che può condurre a scelte irreversibili e fonti di dolore.