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Sabato, 04 Marzo 2023 05:13

Filosofi lungo l'Oglio e la Giornata dei Giusti

Giardini dei Giusti Giardini dei Giusti

L’onore della memoria per chi ha fatto del bene: la Fondazione Filosofi lungo l’Oglio rinnova il proprio impegno per la Giornata europea dei Giusti di tutti i genocidi, nella data del 6 marzo. Dall’esempio delle donne durante la Shoah, come le sorelle Andra e Tatiana Bucci, o Settimia Spizzichino e Giuliana Tedeschi, tutte sopravvissute ai campi di concentramento, all’opera di Vito Fiorino, pescatore che salvò 47 migranti dal naufragio di Lampedusa nel 2013, di attuale lezione davanti alla tragedia di Steccato di Cutro a Crotone: numerosi i Giusti omaggiati dalla Fondazione negli ultimi anni, la cui memoria prosegue nel presente e nel futuro.

Da sempre la fondazione presieduta dalla filosofa Francesca Nodari, si adopera affinchè, in un’era di «conflittualità delle memorie», si attui la “Memoria del Bene”. Da questi principi muove la celebrazione dell’esempio dei Giusti per diffondere i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà, allargando e universalizzando la nozione di Giusto. Com’è noto il 10 maggio 2012 il Parlamento di Strasburgo ha approvato la Dichiarazione scritta n. 3/2012 recante 388 firme che istituisce il 6 marzo come Giornata europea dei Giusti. Il concetto di Giusto, nato dall’elaborazione del memoriale di Yad Vashem per ricordare i non ebrei che sono andati in soccorso degli ebrei, diventa così patrimonio di tutta l’umanità. Dal 7 dicembre 2017, con l’approvazione in via definitiva da parte del Senato della legge per l’istituzione della Giornata dei Giusti dell’umanità, il 6 marzo è divenuta solennità civile in Italia.

«Riteniamo che mai come in questo periodo storico si avverta il bisogno di fare memoria - si legge in una nota della Fondazione, a firma di Francesca Nodari - senza la quale non vi può essere presente né futuro, e grazie alla quale, viene affermata e garantita l’identità e la dignità di chi non è non è più tra noi».

Onorare e ricordare: un monito questo che si è tradotto – avvalendosi sempre della stretta collaborazione della onlus Gariwo, che proprio quest’anno festeggia il suo ventesimo compleanno – nell’impegno della Fondazione nel farsi promotrice dell’istituzione di questi straordinari luoghi di vita e di memoria in onore dei Giusti che nell’ultimo secolo si sono distinti con il loro esempio. Dalla creazione del Giardino dei Giusti di Brescia nel Parco cittadino Tarello nel 2013, a quella del Giardino dei Giusti di Orzinuovi nel Parco Alcide De Gasperi nel 2015, dall’istituzione del Giardino dei Giusti di Barbariga presso la Torre Passeraia nel 2019, per concludere con l’inaugurazione del Giardino dei Giusti di Lograto in Piazza Andrea Lepidi nel 2022.

Il ricordo corre poi a un anno fa, quando si sono tenute le cerimonie di proclamazione dei “nuovi giusti” nei Giardini di Brescia, di Barbariga e di Lograto: tra questi si rievoca Vito Fiorino, falegname e pescatore che nel 2013 riuscì a portare in salvo 47 migranti naufragati al largo di Lampedusa, nella tragedia più grave avvenuta negli ultimi anni nelle acqua italiane, tristemente ricordata oggi dopo il drammatico naufragio verificatosi a Cutro, sulla Costa ionica, in provincia di Crotone (dove si contano 68 vittime per ora). Furono poi posti i cippi in onore delle sorelle Andra e Tatiana Bucci, testimoni dirette della Shoah e le più giovani italiane sopravvissute agli orrori di Auschwitz; del compianto biblista Paolo De Benedetti, del deportato antifascista Oreste Ghidelli e Madre Angela Dusi, che nella primavera 1944, nascose nelle mura ecclesiastiche del convento delle Orsoline di Brescia le quattro sorelline Silbermann, di Settimia Spizzichino, l'unica donna sopravvissuta al rastrellamento del ghetto ebraico di Roma.

Tra i tanti giusti ricordati consistente è la presenza femminile: «Vogliamo mettere al centro dell’attenzione il ruolo delle donne, troppo spesso trascurato, sottovalutato - sottolinea Francesca Nodari - riportare in auge l’importanza della memorialistica della deportazione femminile dando voce all’eccezionale testimonianza di figure di donne che sono riuscite a scampare al rastrellamento del ghetto ebraico di Roma come Settimia Spizzichino o alla minaccia delle delazioni e di donne che hanno visto l’inferno con i loro occhi e provato sulla loro pelle marchiata da quel numero indelebile, l’orrore dei campi, - si pensi soltanto a quanto scrive in Questo povero corpo Giuliana Tedeschi onorata nel 2016 a Orzinuovi - degli esperimenti che in essi vi si conducevano, di migliaia di persone mandate alla camere a gas, di bambine separate dalle madri, sterminate nei campi di concentramento - come la piccola Sissel Volgelmann, creature innocente dai riccioli d’oro che se ne è andata nel vento simbolo di tutti i bambini uccisi durante la Shoah (onorata nel Giardino di Brescia nel 2014) - di messa in discussione della vita e di coloro che, in quanto generatrici della medesima, venivano private non solo di cibo, di indumenti, dell’amore dei propri cari, ma anche della loro stessa femminilità. Una progressiva presa di consapevolezza, se così si può dire, della Shoah “come ferita di genere”: una questione che abbiamo cercato d’analizzare, con Anna Foa, nel recente libro Donne e Shoah, Mimesis 2021».



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