“Un paese vuol dire non essere soli. Borghi e comunità in racconto nella valle della memoria”. Il titolo scelto per questa edizione, riprendendo Cesare Pavese, è la traccia suggestiva lungo la quale si incontreranno le idee e le testimonianze di studiosi, autori e biografi di comunità dirette a sostenere il valore identitario dei luoghi e quello della loro narrazione. Quei luoghi di formazione o di affezione, cioè, nelle cui anime sono custodite storie di singoli e di comunità che uniscono e che parlano di senso di appartenenza e riconoscenza. Storie “sommerse”, perlopiù escluse dalla critica e dall’editoria, che la Lua intende portare alla luce per custodirle e renderle disponibili nella Biblioteca che sarà presto realizzata, intitolata alla biografa di comunità Fiorenza Mannucci.
Il concorso “L’albero delle ciliegie”, con i suoi 150 partecipanti in rappresentanza di 16 regioni italiane, ha fornito una preventiva conferma dell’interesse per la narrazione biografica e autobiografica dei luoghi. Domenica 2 ottobre sul palco del Teatro di Anghiari saranno premiati i primi tre classificati di ciascuna delle quattro sezioni individuate. Per la categoria “racconti dei luoghi” il primo premio è stato assegnato ad Alberto Arnaudo con Entracque, per i “racconti di storie memorabili di tempi lontani” il riconoscimento andrà in Calabria, a Mendicino, con Taglia lungo e cuci stretto di Daniela Rossi, mentre Salvatore Angius, autore di La prima volta in miniera, porterà il premio in Sardegna per la sezione “racconti tratti da laboratori di scrittura autobiografica”. Alla toscana Sinalunga, infine, il primo posto nella categoria “scritture già pubblicate o in corso di pubblicazione” con il libro di Emma Licciano Avvolta d’amore e paesaggio.
Il Festival sarà aperto venerdì 30 settembre dalla presidente Stefania Bolletti, da Duccio Demetrio - fondatore con Saverio Tutino della “Libera” - e dal sindaco di Anghiari Alessandro Polcri. Tra i relatori porteranno il loro contributo alla discussione la filosofa Francesca Nodari, presidente della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio e direttore scientifico del rispettivo Festival, il direttore del Laboratorio di ricerca sulle città e i paesaggi Raffaele Milani, l’architetto Marco Ermentini, inventore dell’architettura timida e il sociologo Giampaolo Nuvolati, coordinatore del progetto “L’enciclopedia sociologica dei luoghi”. Il dibattito, inoltre, sarà completato dalla prospettiva di osservazione del rapporto con i luoghi dello psicoterapeuta Nicolò Terminio e da quella offerta da
alcuni protagonisti sul campo: il presidente dell’associazione di volontariato Plannin’Around Francesco Banfi e i curatori di alcuni importanti progetti di raccolte di storie locali (Pennabilli, Fermo, paesi terremotati dell’Appennino marchigiano). Ulteriori spunti di riflessione sul legame che unisce le persone ai luoghi del cuore saranno proposti dal narratore e ricercatore Emanuele Azio Ferrari, dalla fondatrice dell’Accademia del Silenzio, Nicoletta Polla-Mattiot e dai poeti Stefano Raimondi e Angelo Andreotti.
Ospite d’onore del Festival sarà Franco Arminio, il “paesologo” più famoso d’Italia, in scena nella seconda giornata con la sua vasta e infaticabile testimonianza di cultore e di difensore dei luoghi cosiddetti minori. A lui, per il suo impegno culturale e civile rivolto a restituire voce, visibilità e vita ai paesi, verrà consegnato il premio del Centro Nazionale Ricerche e Studi autobiografici “Athe Gracci”, mentre il premio Città dell’Autobiografia 2022 andrà al direttore della rivista Borghi Magazine, Claudio Bacilieri, membro della commissione della fondazione “I borghi più belli d’Italia”, da molti anni autore e divulgatore di innumerevoli racconti dedicati alle località note e meno note del nostro Paese.
In un’edizione che si presenta all’insegna della collaborazione con le altre risorse culturali della “valle della memoria” (Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, Progetto Valtiberina- Festival dei cammini di Francesco, Teatro di Anghiari, Museo della Battaglia e di Anghiari), una novità assoluta sarà costituita dalla mostra delle opere di Duccio Demetrio, in versione “pittore per diletto”, intitolata “Le mie colline”. Venerdì 30, alle ore 18, il fondatore della LUA e direttore del Centro Ricerche e Studi autobiografici Athe Gracci presenterà i suoi lavori presso la showroom Busatti. Le tele esposte saranno quindi poste in vendita e il ricavato sarà destinato ai progetti della LUA.
“Le letterature dei luoghi, – scrive Duccio Demetrio nella presentazione del Festival – le memorie partecipate e salvate, quanto scriviamo dei borghi dei loro paesaggi e delle piccole città amate o rifuggite, sono quest’ anno il grande tema esistenziale e simbolico del Festival dell’Autobiografia di Anghiari. I suoi messaggi vogliono sfidare le solitudini odierne che ci assediano, gli egocentrismi incuranti di tanta bellezza civile, estetica e umana. La scrittura, ancora una volta, lungi dall’essere soltanto un viaggio introspettivo ha bisogno di ritrovare e raccontare le coralità del passato dando voce alle nuove”.