Rigotti, milanese classe 1951, si è laureata in Filosofia nel 1974 ed è stata docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Góttingen, visiting fellow al Department of Politics dell'Università di Princeton ed è stata a lungo professoressa di Dottrine politiche presso l'Università di Lugano. La sua ricerca è caratterizzata dalla decifrazione e dall'interpretazione delle procedure metaforiche e simboliche sedimentate nel pensiero filosofico, nel ragionamento politico, nella pratica culturale e nell'esperienza ordinaria. Ne L'era del singolosostiene che «essere individui non basta più: che ognuno è singolo e dunque originale e speciale, alla ricerca della felicità su misura, personalizzata e non personale, che ogni singolo realizza un'opera d'arte unica e irripetibile: la propria vita».
La sua figura è stata scelta individuando una stretta connessione tra il tema dell'opera prescelta e la parola chiave della XVII edizione del Festival: la locuzione: 'Dire Io'. «In questo saggio Francesca Rigotti si legge nelle motivazioni della giuria riflette con grande acume e finezza sul passaggio dall'organicismo (concezione secondo la quale la società è come un corpo) all'individualismo (l'idea che l'individuo abbia valore per se stesso e solo dopo venga lo stato) concezione che ha supportato la nascita dei diritti dell'uomo ed è stata un cambiamento di tale portata da essere stato definito da Norberto Bobbio una «rivoluzione copernicana» -; per poi mostrare la sua versione deformata ed esasperata e il trascolorare progressivo e graduale dell'individualismo, un elemento che resta un fatto pervasivo della nostra società, nel singolarismo. Una condizione questa che scaturisce da un'esasperazione dell'autonomia del soggetto e che si comprende facilmente calandola nel reale: dalla scuola per tutti alla scuola su misura, dall'egoismo al narcisismo, dalla morte come componente della nostra esistenza finita alla sua non accettazione. Del resto, la stessa digitalizzazione del mondo, connotata come un distanziatore sociale, contribuisce ad accelerare e ad esasperare il singolarismo.