Accolgono, l'altra sera, la festa della filosofia il parroco don Aldo e gli assessori alla Cultura del Comune e della Comunità di Valle. Francesca Nodari consuma energia e passione sul lungo cammino di questa sua manifestazione e accoglie con l'onore che le spetta la prof. Saraceno, impegnata a difendere le ragioni di «piccoli grandi» anni negati a una vita giusta dalla malignità di certi adulti. Propone una lezione carica di responsabilità e di commozioni: «I diritti negati dei bambini e delle bambine», Di che diritti parliamo, di quali negazioni è coperta la strada dell'innocenza, teoricamente intangibile e invece colpita nelle mille maniere subdole di una sotterranea società, tanto nascosta all'apparenza e invece immediatamente perlustrabile? Basta incrociare i comportamenti, i silenzi omertosi, le sottrazioni ai poveri, così che sotto la pietra dell'egoismo rimane la veste bianca dei bambini e delle bambine. La colpa di un'innocenza mutilata sta nel divario sociale, la permanenza dei piccoli nella povertà insensata di un sistema dove agiscono soggetti avidi. Tutto appare normale e invece è ferito dal principio, proprio in questa distanza tra chi può e chi non può esasperatamente condotta sui banchi di scuola dei bambini e delle bambine.
«Si parla molto poco della povertà dei bambini - ragiona Chiara Saraceno - ma esiste una particolare povertà dell'infanzia, come la povertà educativa. Durante il lockdown venivano rubati i colori dell'apprendimento ai bambini, trattati come dei bagagli appresso - si pensi alla didattica a distanza -. Queste sottrazioni contribuiscono a togliere possibilità di uno sviluppo adeguato alla persona futura».
Servono dei servizi di pari opportunità per i bambini meno abbienti, esemplifica la relatrice, l'Italia è uno dei Paesi in cui l'ereditarietà dei titoli di studio è molto accentuata. «Oggi, il 12% dei minorenni vive in povertà assoluta, dato tanto più scandaloso in un Italia tra i maggiori Paesi industriali. È grave far sentire delle distanze sociali ai bambini... Nove reti che accorpano quattrocento associazioni in Italia hanno steso un manifesto per insistere sul diritto all'istruzione, e, di più, sul diritto all'educazione. Il 47% dei ragazzi che vivono in famiglie con reddito più basso spesso non sanno far di conto e leggere con senso...».
Aumenta la percentuale di chi abbandona la scuola, centinaia, migliaia di soggetti scompaiono dai radar educativi ufficiali. La pandemia ha accentuato la distanza tra le infanzie povere e le altre infanzie. «Il 10% del bambini - spiega la prof. Saraceno - non è migliorato a livello educativo e un altro 20% è rimasto indietro nella conoscenza delle sicurezza formative. In questi mesi di chiusura della scuola si è perso molto e quanto ci sta davanti è estremamente preoccupante...».
«Non possiamo essere assenti». Per quanto riguarda la continuità dell'approccio educativo, chi ha frequentato il nido, aggiunge Chiara Saraceno, ha maturato più capacità cognitive e questo si vede subito, ancora prima della maturazione adolescenziale. La questione della didattica in remoto è molto rilevante e viene sottaciuta o sottovalutata. La prof. Saraceno è venuta da Torino, ha compiuto 79 anni l'altro ieri, ha lasciato sul tinello di casa le insistenze di suo marito affinché stesse protetta nella sua casa, nella sua città. Ma, ha sorriso a Francesca Nodari concludendo, «se voi andate avanti come possiamo noi essere assenti».