Fuori, i temporali hanno sferzato le Basse e la Franciacorta, ad imporre un rapido ritorno all'autunno. Ma le sale erano ricche di umanità e il Festival quindicesimo di Francesca Nodari non fletteva di un centimetro sotto gli straventi. «Siate Umani», più che un apparente imperativo, è risultata una gridata e ragionata sollecitazione a credere nella persona, un'ottimistica predicazione «nonostante tutto», contro la montante indifferenza.
Enzo Bianchi è stato abbracciato dalla leader del Festival dei Filosofi lungo l'Oglio, Francesca Nodari appunto; dal sindaco di Provaglio, Enzo Simonini; e dall'assessore Paola Paini. E lui, il padre di Bose, ha aperto con una preghiera della pietà verso i malati e gli anziani, verso i dimenticati; ha sottolineato la piega del fervore religioso così cresciuto ai tempi delle storiche epidemie dei secoli scorsi e oggi invece un poco calarne. «Perché?», ha chiesto e si è chiesto. Salvezza, progetto d'insieme. Siamo tutti più deboli davanti a una secolarizzazione, scoperti nei nostri limiti: la salvezza è un progetto d'insieme, non un viaggio solitario.
Circola un'aria di post cristianesimo, di un limbo senza intestazioni. Enzo Bianchi si affida a un termine-pensiero: «Umanizzazione». É la chiave di una rimonta morale e di un'attesa a riprenderci il nostro senso pulito e fresco di stare al mondo e di osservare l'orizzonte della salvezza completa. Unità tra uomo e donna. Enzo Bianchi si affida al testo poetico e liberatorio del libro della Genesi e riscopre l'unità tra uomo e donna, avverte del male da curare in noi; altrimenti finisce nella negazione dell'altro. La doppia coppia parallela è quella di Adamo ed Eva e di Caino e Abele. La donna non è costola dell'uomo, è fianco destro e fianco sinistro. Donna e uomo sono uno la metà dell'altro, quasi indistintamente. La loro compenetrazione è il segno di una donazione, di un'eguaglianza stabilita all'origine.
Enzo Bianchi riscopre il senso animale della persona e invita a domare il male, a sottometterlo nell'alleanza con l'humus, conia terra su cui percorriamo la nostra esistenza. Humus e umano sono composti della stessa pasta e camminano verso la liberazione oltre i tempi. Donna e uomo, dunque, sono metà l'una dell'altro, eseguono una sinfonia e la sessualità è l'armonia proveniente dalla relazione originaria Genesi-Genetica. Discende l'alleanza delle relazioni, della famiglia e della comunità.
Ora, Enzo Bianchi impone la questione del lascito, della testimonianza: che ne sarà del nostro rapporto, della nostra relazione da consegnare alle future generazioni? Serve «l'Insurrezione delle Coscienze» adulte e giovanili, la creazione di un grande spazio per dare una spallata al nichilismo debordante. L'altruismo tornerà. Permane comunque in Bianchi è la sensazione consegnata al pubblico di San Pietro in Lamosa la certezza di una bontà vittoriosa sulla malvagità, di un altruismo che accecherà l'egoismo e tornerà a camminare tra le persone, con brillanti stagioni di umanizzazione. Ma serve che non si disperda il seme generato di un'immensa e perenne grazia dedicata dal Signore alla persona. Quel seme è il nord del nostro cammino.