Nata nel 1962, era considerata tra i massimi studiosi di S. Agostino.
Il 13 ottobre, domenica, si è spenta Maria Tilde Bettetini, filosofa e docente allo Iulm (insegnava Estetica, Retorica e Filosofia delle immagini), collaboratrice del supplemento “Domenica” de “Il Sole 24 Ore”. Numerosi libri l'hanno resa celebre anche oltre gli steccati del mondo accademico: tra i più noti, se si volesse ricordarne qualcuno, basterà citare la “Breve storia della bugia” (Cortina 2001) o quei titoli che segnalavano i pericoli del fondamentalismo quali “Contro le immagini” (Laterza, 2006) a “Distruggere il passato” (Cortina, 2016).
Infine rammentiamo “Quattro modi dell'amore” (Laterza, 2012), libro che conteneva un singolare itinerario filosofico e letterario toccando l'amicizia, la passione, gli amori folli (ma anche quelli ideali o falsi, che fan da padroni).
Maria ha fatto molto di più di quel che è possibile riassumere in una nota o anche in un lungo congedo. Oltre ad aver insegnato Storia della Filosofia Medievale a Ca' Foscari a Venezia, era considerata una delle maggiori specialiste di Agostino. Di lui aveva tra l'altro curato il “De Musica” (La Vita Felice, 2017) e “Le Confessioni” (Einaudi 2000), inoltre scrisse un'”Introduzione a Agostino” (Laterza 2008) e collaborò a lungo con Giovanni Reale in numerosi progetti che quello studioso elaborò per meglio far conoscere questo autore.
Qui si apre un altro capitolo della sua vita, giacché Maria è stata la direttrice delle collane fondate da Reale presso Bompiani “Il pensiero occidentale” e “Testi a fronte”: le impostò e le coordinò dopo la scomparsa del suo maestro, in questi ultimi cinque anni. Stava organizzando per queste due raccolte (ormai hanno superato i 300 volumi) revisioni, nuove traduzioni. Se dovessimo rivelare una confidenza che ci fece quest'estate, dovremmo dire che accarezzava l'idea di un “Tutto Aristotele” con testo a fronte e di un “Tutto Platone”; quest'ultimo con l'aggiunta degli scolii, testi che le edizioni italiane evitano ancora di tradurre.
Figlia di Gianfranco, uno dei pionieri degli studi di semiotica e comunicazione, Maria aveva come poche persone il senso dell'ironia, il gusto del dubbio, la capacità di non prendere mai sul serio certi discorsi filosofici. Al di là dei suoi libri e degli studi, di lei vorremmo ricordare quel tratto di grazia che sapeva mostrare con decisione. Ci mancherà. E mancherà alla cultura italiana.