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Domenica, 23 Giugno 2019 19:03

Emanuele Severino: «La felicità posseduta è priva di verità»

Emanuele Severino - Filosofo Emanuele Severino - Filosofo

Un migliaio di persone a Caravaggio per la lezione intorno alla questione Genesis

CARAVAGGIO. A San Bemardino è dedicato il convento di Caravaggio, in un'aria di fine gotico, con volti di una sincerità popolare, libri quasi appesi che occhieggiano e puntano felici su un migliaio di anime venute da ogni dove, giovedì, per ascoltare Emanuele Severino, il filosofo per eccellenza, e la luminosa lucidità di settanta minuti di lezione intorno alla questione Genesis, a quel Generare portato con leggerezza nella città in cui Maria, madre di Dio e dunque generatrice, si elogia per i suoi miracoli.

Quel novantenne filosofo per fortuna bresciano salutato dalla dolcezza soggiacente di Francesca Nodari (leader dei Filosofi lungo l'Oglio, che onora «il pensatore atteso e finalmente arrivato») e dal sindaco Claudio Bolandrini studia «una parte minima del termine Genesis» e si avvale di «trenta» amici filosofi degli ultimi millenni, che cita con una padronanza da loro contemporaneo.

Si avvale subito di un attestato verso l'evoluzionismo e segna il campo della contesa drammatica tra il Preumano e l'Umano. «In mezzo riflette c'è lo spazio e il tempo sterminato in cui si situa la Barriera del Divino e del Demoniaco che affrontano l'uomo. Infine la Barriera, cioè il divi no-demoniaco, s'allontana quel tanto per consentire l'affermazione dell'uomo e quel tanto per sentirsi pronta a un contropiede terribile».

La salvezza, in termine di confortante rassicurazione sapienziale, è, anticipa Severino, ancora lontana. Ma negli ultimi due secoli si farà strada dal sottosuolo la filosofia, la forza nuova del tempo e dello spazio che mitigherà la minaccia della Barriera e la prepotenza dell'uomo-tecnica. Prima, tuttavia, la lotta tra l'uomo e la Barriera sarà sanguinosa. Essa arretrerà e donerà all'uomo quei frammenti che gli consentiranno di vivere, frammenti come il cielo, il vento, la luna. «La corazza della Barriera continua il relatore impedisce il respiro e uccide il tentativo di essere uomo. Dapprima l'uomo è battuto, ma poi ed è la realtà della nostra presenza ad attestarlo l'uomo riesce a farsi largo, a sfondare la Barriera del divino-demoniaco, la smembra e la squarta. La storia dell'uomo è la storia dellalottatra l'uomo e il divino». Il senso di colpa nasce da quel dono divino lasciato all'uomo sotto forma di frammenti. Da qui la necessità di un sacrificio in onore del suo ripiegamento. In tutti i miti compare l'idea che il mondo nasce per lo squartamento del dio. Il sacrificio di Cristo è la necessità che il dio offeso si sacrifichi perché il mondo rinasca e riviva.

Severino proclama il rilancio del sapere: «La filosofia nasce come la grandiosa evocazione di un sapere che non si lascia in alcun modo smentire». Nel primo frammento del pensiero filosofico ricompare la figura del sacrificio, la compensazione al senso di colpa. Il frammento originario è tramandato da Simplicio, il frammento di Anassimandro. frammento sostanzialmente afferma da dove provengono le cose che sono, donde è la Genesis, ivi è anche la dissoluzione secondo necessità. «Il frammento parla di un'ingiustizia che sta nel fatto che le cose che dapprima sono nell'Uno poi si separano. L'ingiustizia è la separazione delle cose dall'Uno».

La Genesis è diventare altro e se esistesse un eterno non potrebbe esserci un diventare altro. Diventare altro. Certo è abbastanza chiaro conclude Severino che l'eccedenza tecnocratica è un sintomo della follia che ci conduce dalla Barriera inflessibile alla tecnica del nostro tempo. La tecnoscienza si illude di portare il paradiso in terra e invece abbiamo davanti la crisi demografica, ambientale, la questione delle risorse rinnovabili.

Severino introduce a una visione della tecnica fuori dalla visione capitalistica, introduce a un complicato paradiso in terra dove si sarà guidati da una felicità ipotetico deduttiva: «Sarai felice, ma è ipotetico, la tua allegria sparirà, in un paradiso della tecnica. La felicità posseduta è priva di verità...».

«Allora - conclude - sarà il tempo in cui i popoli si rivolgeranno all'abisso del diventare altro».



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