La sociologa, nota per le sue analisi acute della modernità, sarà domani sera ospite del Festival Filosofi lungo l'Oglio con una lezione su: «L'amore, l'ultimo bene democratico». In altre parole, l'amore è rimasta l'unica esperienza egualitaria a dispetto delle crescenti diseguaglianze. E proprio dalle diseguaglianze inizia il nostro dialogo con la Turnaturi.
«Le disuguaglianze comportano non solo grandi deprivazioni materiali nella vita quotidiana ma sono forme di deprivazione di rispetto e riconoscimento. Oggi sono poi così forti e ancora più punitive perché si colpevolizzano coloro che non fanno parte delle élite economiche, politiche e dello spettacolo».
In questo contesto l'amore è invece accessibile a tutti, un bene democratico. A quali conclusioni è arrivata?«Ho analizzato questo momento storico di transizione che qualcuno ha definito delle "passioni tristi" e delle "intimità fredde" e ho trovato invece che il paesaggio amoroso italiano sprigiona un eccesso di calore e che l'amore viene investito di richieste eccessive: gratificazione, riconoscimento, intimità. Tutte quelle cose che nella vita quotidiana si fanno sempre più difficili. La contraddizione sta nel fatto che si idealizza l'amore assoluto, quello che dovrebbe salvarci e riscattarci, mentre si afferma nel contempo un analfabetismo emozionale, una incapacità a far durare le relazioni».
Nella società liquida anche i sentimenti evaporano?
«In verità io contesto la liquidità di Bauman per quanto riguarda l'amore. Certo, esiste la precarietà e la flessibilità soprattutto nel mondo del lavoro, ma l'amore che si cerca è qualcosa di solido. E le conseguenze dell'amore purtroppo lo rivelano, basta leggere la cronaca dei giornali. La realtà è un magma di passioni tutt'altro che liquide. Cè un capitolo del mio libro intitolato Ciò che amore non è. Non mi riferisco alle piccole anonime delusioni quotidiane, ma alle violenze, agli assassinii che poi qualcuno spiega e cerca di nobilitare come passione».
L'amore tende all'eternità, ma sembra avere una data di scadenza. Come farlo durare?
«È da secoli che ci si interroga come tenerlo vivo. Come sociologa constato oggi la paura di soffrire, di mettersi dentro una relazione, di impegnarsi fino in fondo, di assumersi delle responsabilità. Ciò non toglie come sempre che si continui a sognare, ad aspirare ad un amore meraviglioso...»
Com'è cambiato l'amore in questi anni di social network, di frenesia e libertà sessuale?
«Prevalentemente internet serve per gli incontri sessuali più che per cercare l'amore. E anche nel mondo virtuale non mancano le contraddizioni: i romantici-cybernauti navigano in rete e poi non sfuggono alla prassi collaudata e concretissima dei rituali romantici: i regali per San Valentino, i mazzi di fiori, i luchetti...»
Il suo saggio prende in esame film, romanzi, documenti del nostro tempo. Una riflessione su questo materiale?
«Mi ha colpito che ci siano delle scene romantiche anche in Gomorra, la più spietata delle serie tv, là dove non te lo aspetteresti. Un film che è invece lo specchio dell'ambivalenza dei nostri tempi e dei rapporti di coppia è Perfetti sconosciuti».
Questa è la fotografia dell'oggi. E domani?
«I sociologi non fanno previsioni. Ci conceda questo benefit», risponde la Turnaturi.