La lectio di Bettetini si è snodata tra la filosofia greca, di Platone e Aristotele, e il pensiero di Agostino. Un pensatore, quest’ultimo, spesso relegato in interpretazioni di tipo religioso e ascetico, che non sottolineano a sufficienza la rivalutazione dei sensi e del corpo che il padre della Chiesa operò già nel V secolo a.C. Superò, cosi, la tradizione ellenica, che tendeva a descrivere il corpo come gabbia e prigione dell’anima. «Soncino è l’unico Comune cremonese a far parte del circuito — ha detto Francesca Nodari, direttrice scientifica del festival —, è un posto che amiamo molto. La chiesa che ci ha ospitato è un autentico gioiello, merita di essere scoperta da un pubblico vasto». Le radici del successo di questi eventi (stimata la presenza di 22.000 persone nella XII edizione) vanno cercate in profondità. Anzitutto, i festival della filosofia sono un fenomeno esclusivo del Bel Paese, mai replicato con fortuna all’estero. Secondo, sono un modo di rispondere alla paura, al disorientamento, alle false conoscenze tipiche della società contemporanea. E lo fanno grazie a ospiti illustri — tra questi Marc Augé, Massimo Cacciari, Ilvo Diamanti — e alla formula del «pensiero nomade»: si tratta, infatti, di una manifestazione itinerante, dove relatori e luoghi cambiano ogni sera.
Un format di garantita efficacia: «Filosofi lungo l'Oglio» è una delle 70 iniziative italiane — unica bresciana — ad aver ricevuto a Parigi il marchio «Effe Label 2017-18», che identifica i festival di maggiore successo. «La provincia — ha continuato Nodari — a livello culturale sta giocando un ruolo fondamentale. Serate come queste sono sempre un evento». E infatti stanno già giungendo alla fondazione «Filosofi lungo l'Oglio» “le domande di adesione alla XIII edizione, che avrà come tema il “con-dividere”.