Come recita l'articolo 1 dello statuto, la prestigiosa benemerenza è assegnata «all'opera di uno studioso che abbia elaborato, attraverso il suo pensiero, idee capaci di fornire agili strumenti per abitare la nostra contemporaneità».
Un'opera, dunque, che sia «in grado di segnare non soltanto la recente storia della filosofia e, più in generale, del pensiero, ma soprattutto la realtà effettuale in cui ogni uomo si trova a vivere nel qui e ora dei nostri giorni».
Per il filosofo Massimo Donà «Si tratta di un volume di elevata caratura imperniato sulla figura paolina del katechon: un concetto introdotto nel secondo capitolo della Seconda lettera ai Tessalonicesi di San Paolo».