Togliamo l'allarme e prendiamo l'intelligenza che è già in sé, il maggiore scambio che si avvicina al concetto del minor dono. È già tutto nel titolo della prof. Saraceno, «Assumere il rischio dell'azione gratuita: una scelta spesso necessaria». Lei avverte delle differenze tra scambio, altruismo, dono relativo e gratuità. Segnala il rischio di cadere nel meno del darsi. C'è una finta gratuità, dice, una doppiezza della interpretazione e della recita della parola Gratuità tant'è che si dice «violenza gratuita»; e siamo invasi da offerte di cose gratis che di gratis non hanno proprio niente se non l'offerta finale di un prodotto. Un altro fraintendimento: non dobbiamo, sostiene la relatrice, unificare, rendere identico ciò che è utile e ciò che è gratuito. L'utilità implica immediatamente una tendenza allo scambio, al dare e al ricevere, complicandosi allorché non mette alla pari il donatore e il ricevente e costringendo spesso chi riceve a essere succube di chi dà. Il che non significa che lo scambio sia un errore, una danno, un male, anzi esso è importante per una società, ma non per una società autenticamente libera. La prof. Saraceno qui segna l'impronta maggiore del suo messaggio, la qualità e la pienezza del dono-gratuità dipende dal tipo di società a cui aspiriamo.
Società. Se desideriamo una società libera e responsabile allora vale la pena di correre il rischio per un «donare irrazionale», non vissuto per alcun interesse, neppure per l'interesse di autorasserenarsi, di autoimbonirsi: quando si offre qualcosa, chi ha non può restituirti la medesima qualità e quantità di possesso. In questo caso non scatta la reciprocità, vince l'unilateralità di una donazione zoppa, egemonica, che mette sotto e sottomette fino all'insidia di una risposta di disprezzo o di soccombenza. L'altruismo, dunque, è una bella cosa, l'altruismo del volontariato è un valore. Ma proprio in questa nostra stagione si svolge un'autocritica da parte dei gruppi di volontariato per il timore crescente di un'autorappresentazione, di un potere di volontariato dove il bisogno può diventare una necessità, un oggetto da esistere per dominare. Sono temi portati al confine
del dibattito dei generosi, si cammina sul rasoio, non dimenticando che, in assenza di volontariato, il cosiddetto capitale umano non soltanto verrebbe valutato come esclusiva economica, ma dovremmo aggiungere ad esso il numero delle carezze, dei baci, quel tanto di amore di famiglia e prima e dopo la famiglia che è un grande peso di vita. Altrimenti, insegna la prof. Saraceno, troviamo la crisi della famiglia, oggi particolarmente acuta proprio perché si basa su una tradizionalità di interesse, non sull'«apocalittico spirito dell'amore».
Dono. La prof. Saraceno come Deridà: «La differenza tra il dono e un altro tipo di dare è che il dono dona». C'è qualcosa in più, sulla Gratuità, la ricerca di un punto di mediazione, non di resa, tra l'assoluta gratuità morale e l'accettazione non irridente dello scambio, intanto che la società cresce e cerca il più della propria coscienza etica.
Il prossimo incontro. Dopo la tappa cittadina, il prossimo appuntamento del festival «Filosofi lungo l'Oglio» sarà martedì 12 luglio a Soncino (Cr): alle 21.15 in S. Maria delle Grazie, Marco Vannini tratterà il tema «Senza perché». È stato invece spostato al 16 luglio l'incontro con il card. Francesco Coccopalmerio a Rovato, inizialmente in programma per la data di oggi.