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Quattro nuovi melograni nel Giardino dei Giusti
Il parco Tarello tramanda la memoria di sei «giusti»
Etty Hillesum, Raphael Lemkin, Mons. Carlo Manziana, Teresio Olivelli, Jan Patocka, Angelo e Caterina Rizzini: sono i sei "giusti" ricordati al parco Tarello di Brescia da una lapide e da un albero da frutto. Un giardino in memoria di persone che hanno messo a rischio o addirittura perso la propria vita per aiutare o salvare il prossimo.
L'inaugurazione del giardino è avvenuta ieri mattina alla presenza degli assessori Mario Labolani e Andrea Arcai, in occasione della Giornata Europea in memoria dei Giusti, celebrata a Brescia per la prima volta, grazie alla volontà dell'Associazione culturale Filosofi lungo l'Oglio, in collaborazione con il Comitato per la Foresta dei Giusti Gariwo, il Comune e la Casa della Memoria. Padre Giulio Cittadini, sacerdote della Pace e teologo, ha ricordato le figure di Monsignor Manziana e di Teresio Olivelli.«Quando mi unii ai partigiani della Valdaosta - ha ricordato Cittadini -, con Manziana già arrestato e deportato a Dachau, scelsi in suo onore il nome di battaglia Manzio». Era presente anche il delegato del vescovo di Brescia Mons. Serafino Corti.
Di Olivelli è stata letta ieri la "preghiera del ribelle", in cui, ha continuato padre Cittadini, «si definisce la Resistenza per quello che è stata: rivolta morale contro l'oppressione».
Grande attenzione ha ricevuto anche Jan Patocka pensatore e protagonista della Primavera di Praga, ricordato da Ivan Chvatic, direttore dell'archivio Patocka di Praga e da Hana da Ros, rappresentante del Consolato onorario della Repubblica Ceca, assieme a nipote e pronipote del filosofo giunte appositamente da Parigi. In particolare le autorità ceche hanno ringraziato la nostra città per l'omaggio reso a Patocka «che ricade su tutta la comunità filosofica ceca e che mette al centro della memoria lo slancio verso la giustizia».
Una targa e un ricordo ieri anche per Raphael Lemkin giurista ebreo polacco, che ha conosciuto lo sterminio degli armeni, omaggiato dal Presidente dell'Unione Armeni in Italia professor Baykar Sivazliyan, mentre il cuore pensante d'Europa, Etty Hillesum, morta a soli 29 anni ad Auschwitz, è stata ricordata dal professore Giancarlo aeta, docente di storia del cristianesimo all'università di Firenze. Di Hillesum restano oggi le lungimiranti e intense parole dei Diari e delle Lettere, letture caldamente consigliate a tutti gli studenti, non solo quelli presenti ieri al Parco Tarello, in rappresentanza di alcuni istituti di Brescia e Provincia, come il Lunardi, l'Arnaldo e il Cossali di Orzinuovi.
Parenti dei signori Rizzini hanno infine ricordato Angelo e Caterina Rizzini che con la loro azione di accoglienza salvarono la vita a Emma viterbi e al figlio Paolo anche se non riuscirono ad evitare la morte del marito Guido e del figlio Alberto Dalla Volta, citato da Primo Levi e al quale è stata intestata l'aula magna del liceo Calini.
Al Parco Tarello fiorisce la memoria dei Giusti
Le storie dei Giusti, di coloro che si sono prodigati per difendere la dignità umana contro tutti i genocidi e i totalitarismi, anche a costo della vita, testimoniano la narrazione del bene. Ora anche Brescia,come Gerusalemme, ha il suo Giardino dei Giusti, per iniziativa dell’associazione culturale «Filosofi lungo l’Oglio», presieduta da Francesca Nodari.
La Loggia, Casa della Memoria, la consigliera di parità provinciale Anna Maria Gandolfi e il Comitato «La Foresta dei Giusti-Gariwo»,hanno accolto la proposta e in un angolo del Parco Tarello, sei cippi e sei pruni ricordano altrettanti Giusti: Teresio Olivelli che seppe farsi testimone di una rivolta morale fino al martirio per amore del prossimo; Raphael Lemkin, giurista ebreo polacco che ha dedicato la vita allo studio dei crimini contro l’umanità e dopo la Shoah, esule negli Usa, ha coniato il termine genocidio; monsignor Carlo Manziana, vescovo di Crema, grande amico di Papa Paolo VI e di Padre Giulio Bevilacqua, durante la prigionia a Dachau portò aiuto e conforto ai suoi compagni; Etty Hillesum, scrittrice e intellettuale ebrea morta ad Auschwitz scegliendo di rispondere al male con il bene; Jan Patocka, pensatore e filosofo, protagonista della Primavera di Praga, morto in conseguenza delle violenze subite nel corso degli interrogatori della polizia del regime comunista; Angelo e Caterina Rizzini che salvarono la vita a Emma Viterbi e al figlio Paolo, sfidando le leggi razziali fasciste, mentre il marito Guido e il figlio Alberto Dalla Volta morirono a Auschwitz.
All’inaugurazione del Giardino, ieri, nel giorno che il Parlamento di Straburgo ha dichiarato «Giornata europea in memoria dei Giusti», alla presenza di un nutrito gruppo di studenti bresciani e degli assessori Andrea Arcai e Mario Labolani, illustri testimoni hanno ricordato il coraggio dei Giusti onorati dai pruni e dai cippi nel parco Tarello, nello sfidare anche le leggi degli uomini per amore della giustizia.
Padre Giulio Cittadini,sacerdote dell’Oratorio di Brescia e protagonista della Resistenza che ha conosciuto i monsignor Manziana e Olivelli, con le sue parole li ha fatti rivivere nel tempo presente. «Incontrai padre Manziana alla Pace nell’ottobre del 1942. Mi fece subito grande impressione questa figura di sacerdote colto e rigoroso con se stesso. In suo onore, quando entrai nella Resistenza, presi il nome di battaglia di"Manzio". Olivelli, autore della Preghiera del Ribelle chiama la Resistenza rivolta morale contro l’oppressione del despota. Guardando all’Italia futura, si augurava che fosse generosa e severa ». Con padre Cittadini e la Nodari, a fare oggetto di narrazione sei esempi emblematici tra coloro che incarnano le virtù dei «Giusti», Ivan Chvatik, direttore dell’Archivio Patocka di Praga, monsignor Serafino Corti,delegato del vescovo di Brescia, Hana Da Ros, in rappresentanza del Consolato onorario della Repubblica Ceca, Giancarlo Gaeta, docente di Storia del cristianesimo anticoall’Università di Firenze, i familiari dei signori Rizzini e Baykar Sivazliyan, presidente dell’Unione degli Armeni in Italia e docente di Lingua e Letteratura armena alla Statale di Milano.
«Patocka - ha rammentato Chvatik - è stato il mio maestro. Il pensiero ceco fu ricostituito grazie a lui. Patocka, anima del movimento "Charta 77", comprese l’importanza dello slancio che sovrasta la quotidianità e la preoccupazione della mera conservazione della vita». Il Giusto, dice GabrieleNissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti - Gariwo, è un cittadino del mondo e non ha una sola patria. Ci fa sentire parte dell’intera umanità. È un cuore pensante che ha sconfitto il male e la paura per amore dell'uomo».
Nel parco Tarello fiorisce il «Giardino dei giusti»
C’è una straordinaria esperienza umana del secolo scorso, il Giardino dei Giusti di Gerusalemme per cui si batté Moshe Bejski, giudice israeliano. A raccontare le sue battaglie per realizzare uno spazio dove gli alberi siano piantati dai «giusti» di tutto il mondo è stato Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, il Comitatocui si deve il merito di aver ottenuto l’istituzione della giornata europea dei Giusti che il Parlamento di Strasburgo ha fissato il 6 marzo.
Domani,alle 11,anche Brescia inaugurerà il proprio Giardino dei Giusti,una porzione sud del parco Tarello, dove cippi e alberi faranno memoria di coloro che si sono battuti per la libertà e che si sono opposti ad ogni forma di totalitarismo, di genocidio e di persecuzione. La proposta brescian porta la firma dell’associazione culturale «Filosofi lungo l’Oglio», che ogni anno inserisce nel suo ventaglio di attività una sezione dedicata alla Shoah. Subito accolta dal Comune di Brescia, attraverso gli assessori Mario Labolani( Centro storico e Lavori pubblici) e Andrea Arcai (Cultura e Istruzione), ha la collaborazione della Casa della memoria, della consigliera di parità provinciale e del Comitato «La foresta dei giusti-Gariwo». Saranno commemorati Raphael Lemkin,giurista ebreo polacco che ha coniato il termine genocidio; Jan Patocka, filosofo protagonista della Primavera di Praga, morto per le violenze subite dal regime; monsignor Carlo Manziana, vescovo di Crema che durante la prigionia a Dachau portò aiuto ai compagni; Teresio Olivelli, testimone di una rivolta morale contro il fascismo fino al martirio.
E, ancora: Etty Hillesum, morta ad Auschwitz scegliendo di rispondere al male con il bene; Angelo e Caterina Rizzini,coniugi bresciani che salvarono la vita a Emma Viterbi Dalla Volta e al figlio Paolo sfidandole leggi razziali mentre il marito e il primo figlio morivano ad Auschwitz. A ricordare loro e loro «imprese», saranno illustri testimoni italiani, armeni, polacchi e cecoslovacchi. «Riteniamo importante rimarcare la peculiarità che caratterizza il Giardino dei Giusti di Brescia - ha spiegato Francesca Nodari, presidente de «Filosofi lungo l'Oglio»,affiancata da Anna Samuelli,cofondatrice di Gariwo -non solo onore alla memoria,ma ricordo forte di quelle figure della storia del pensiero che hanno contribuito con le loro idee e le loro azioni a contrastare la possibile tentazione idolatrica che cova in coloro, che opprimono e ledono la dignità umana. I cippi saranno monito permanente.Soprattutto per le giovani generazioni».