Orfano, non solo di uno dei più eminenti pensatori contemporanei, allievo di Bernhard Welte, del quale ha curato la Gesammelte Schriften per l’editore Herder (l’edizione è divisa in 5 sezioni per complessivi 15 tomi), ma anche grande conoscitore di Martin Buber, di Franz Rosenzweig, Ferdinand Ebner e di Emmanuel Levinàs. al quale lo legava una profonda amicizia, tanto che nell'Ora delle nazioni, il filosofo ebreo lituano, con queste parole gli dedicava il suo libro : «al professor Bernhard Casper, teologo e filosofo, amico dal cuore grande e dall'alto pensiero».
Casper è stato colui, come si dice in gergo, che mi ha aperto gli occhi. E' stato, davvero, un Maestro, un uomo di profonda spiritualità, umanità e dotato di una ammirevole capacità di ascolto. Uno studioso di grande talento, acume e perspicacia, membro del nostro comitato scientifico e della giuria del Premio internazionale di filosofia, più volte ospite atteso del nostro Festival, che ha sempre seguito anche da lontano, quando le forze non gli consentivano di poter garantire la sua presenza. Bernhard Casper è stato anche il primo vincitore del già citato Premio internazionale di Filosofia, con il volume: Il pensiero dialogico, da poco riedito dalla Morcelliana. Nel 2012 gli venne conferita, dall'allora sindaco Dante Daniele Buizza, la cittadinanza onoraria del Comune di Travagliato. Quale dono ai suoi concittadini Bernhard Casper non esitò a scoprire e studiare un quadro, fino ad allora conservato in sacrestia, intitolato La salita al Calvario e attribuito a Vincenzo Civerchio. Da questa sua scoperta scaturì un preziosissimo saggio intitolato, appunto, La salita al Calvario e contenuto di concerto ad un secondo lavoro sull'Assunzione del medesimo pittore, nel volume: Evento della pittura ed esistenza umana. Su due opere di Vincenzo Civerchio a Travagliato. A cura di F. Nodari, tr. it. di L. Bonvicini, Morcelliana 2014.
Per il Festival ha scritto delle vere e proprie perle di saggezza, che verranno presto riedite nella collana Chicchidoro.
Davvero il professor Casper, continua Francesca Nodari, ci ha insegnato a sostare con attenzione sulla centralità dell'accadimento dell'incontro con l'Altro, che conduce alla salvezza. Più volte Egli stesso richiamava quanto contenuto, in maniera apparentemente criptica, nei Carnets de Captivité di Levinas: « Salut n'est pas l'être.»
Davvero Casper ha saputo testimoniare con la sua stessa vita vissuta fino all'ultimo respiro, il fatto che: «pensare è ringraziare».
Per usare le Sue parole, possiamo dire che, in quanto destinatari noi stessi di una gratitudine responsiva possiamo con Lui concludere che «nel vero "sono felice", il ricevere passivo del dono e l'attivo realizzarsi nella gratitudine coincidono, Solo nella mia gratitudine responsiva il dono diviene davvero il dono, che mi dona a me stesso e mi soddisfa».
Desidero salutare il mio Maestro, con la formula di saluto che accompagnava la parte finale delle nostre conversazioni telefoniche o via mail: «a-Dieu».
in un debito infinito...