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Dall'osare al desiderare, quasi potremmo dire senza soluzione di continuità. Perché la nuova parola chiave del festival Filosofi lungo l'Oglio, che farà da fil rouge all'edizione 2024 (la 19esima), «Desiderare» appunto, germoglia proprio dalle originali riflessioni che si sono susseguite nella rassegna da poco conclusa e che si è rivelata «straordinaria», per i numeri (un record di 45mila presenza e migliaia di nuove adesioni), per l'intensità del dibattito (30 appuntamenti in ben 23 Comuni tra Brescia e Bergamo) e per la qualità dei relatori, tutti di altissimo livello.
Inaugurata la nuova sede di Filosofi lungo l'Oglio, un «regalo» per la maggiore età della Fondazione. «Osare fare cultura», è questo l'obiettivo che Francesca Nodari si è data in questi lunghi 18 anni, obiettivo pienamente raggiunto.
In un suo famoso testo del 1949, «Lo specchio dell'uomo», Clyde Kluckhohn affermava che l'antropologo è chiamato a compiere un «giro lungo», attraversando territori lontani, per scoprire infine che questa era «la via più breve per tornare a casa».
La pratica dell'osare e le azioni per la libertà, intesa in senso personale, politico, economico e sociale. Un'incursione filosofica nelle diverse fenomenologie in cui la parola chiave dellaXVIII edizione del festival Filosofi lungo l'Oglio, «osare» appunto, si è incarnata è stata proposta da Marina Calloni nella lectio «Il potere di "pensare da sé" nei traumi di un mondo ferito», che ha concluso alla sala civica di Castegnato la 18a edizione della rassegna. Ad introdurre la studiosa è statala direttrice artistica Francesca Nodari, che non ha voluto far mancare anche in questa occasione un ricordo speciale al filosofo e antropologo francese Marc Augé, scomparso pochi giorni fa e grande amico della rassegna.
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Le Video lezioni

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