Ciò che si intende mostrare in questa esposizione, dice Nodari, «è proprio il fatto che il passaggio dell'umano, nella società dell'infocrazia e della tecnocrazia, alla sterilità della dimensione propria del phono sapiens di cui parla Byung-Chul Han, ci rende pericolosamente dimentichi della nostra dimensione costitutiva: non siamo tutto e non possediamo un tempo infmito. Inquesto senso, interrogarsi sull'intendimento ultimo della parole di Zarathustra "Io sono tutto corpo e nulla fuori di questo" significa prendere consapevolezza del fatto che il soggetto sia un homo indigens, del tutto dipendente da un fuori: l'acqua per dissetarsi, l'aria per respirare, il cibo per nutrirsi, soprattutto, l'Altro che non potrò mai ricondurre ame e che contesta levinasianamente "il mio potere di potere"».
Il festival prosegue domani a Manerbio: alle 21, nel cortile del centro culturale, in piazza Cesare Battisti, Isabella Guanzini parlerà delle «Pratiche della gioia: etica, politicaeteologia». Secondo la filosofa «parlare della gioia, oggi, significa parlare di qualcosa che non c'è o che fatica a essere detto e, soprattutto, a essere vissuto. La gioia può rappresentare un gesto di resistenza e di protesta contro il regime malinconico che stiamo patendo, come singoli, ma anche come collettività».
Infine, venerdì alle 21, alcastello di Dello (Bs), Stefano Zamagni converserà sul «Perché ecome osare la pace oggi». Dopo aver richiamato all'attenzione icaratteri dinovitàdellaguerraincorso traUcraina e Russia, si indicheranno le ragioni per le quali è doveroso osare una proposta di negoziato di pace tra i due Paesi.
Francesca Nodari, direttrice scientifica del festival Filosofi lungo l'Oglio, interverrà stasera a Credaro