La sua ricerca si concentra sullo statuto del corpo e sull'analisi della fragilità della condizione umana nell'epoca contemporanea: idopo aver approfondito il rapporto tra etica e sessualità e le forme del potere biopolitico nelle organizzazioni aziendali, nonché il posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano, in quanto essere carnale, punto di partenza delle sue riflessioni filosofiche, si è dedicata alla questione dell'amore. Eletta nel 2009 da «Le Nouvel Observateur» uno dei 50 a nuovi pensatori più originali e fecondi del mondo, Marzano è autrice di numerosi saggi, articoli, oltre che di romanzi, opere tradotte in inglese, spagnolo, portoghese, greco e bulgaro; il suo ultimo libro, che si è aggiudicato il Premio Mondello, si intitola «Stirpe e vergogna»
«Il mio nome è senza memoria»: questo il titolo della lectio che stasera al Parco della Resistenza «Mario Boldini» di Ospitaletto, nell'ambito della diciassettesima edizione del festival «Filosofi lungo l'Oglio», vedrà protagonista Michela Marzano, altro ospite immancabile della rassegna diretta da Francesca Nodari. Romana, classe 1970, dopo aver studiato alla Normale di Pisa e aver conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia, Marzano è diventata ordinario all'Université Paris V (René Descartes).
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