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Giovedì, 15 Ottobre 2020 03:23

Il card. Zuppi: La fraternità è la vera sottolineatura della persona

la premiazione la premiazione

L'arcivescovo di Bologna ha ricevuto il Premio internazionale di filosofia per il libro "Odierai il prossimo tuo come te stesso"

Il card. di Bologna, Matteo Zuppi, è intervenuto martedì 13 ottobre all'auditorium San Barnaba per la XV edizione del Festival Filosofi lungo l'Oglio in occasione della cerimonia della IX edizione del Premio internazionale di filosofia.

Autore di diverse pubblicazioni, il card. Zuppi nell'incontro bresciano è partito dal suo ultimo libro "Odierai il prossimo tuo come te stesso". "Fraternità - ha spiegato Franco Miano del Comitato Scientifico - è parola essenziale del futuro perché è la chiave di volta di un'umanità nuova". "Ama il prossimo tuo come te stesso": è il comandamento evangelico forse più difficile da rispettare oggi, in un Paese incattivito, dove i rapporti e la comunicazione sono dominati dall'aggressività, le porte delle case sono chiuse agli estranei, le donne e gli immigrati sono vittime frequenti di violenze verbali e fisiche. Dove l'inimicizia e le fratture si propagano anche all'interno della comunità dei credenti. Come uomo di Chiesa, Matteo Maria Zuppi ritiene urgente affrontare la questione dell'odio, un sentimento che ci disumanizza e ci condanna alla solitudine. "Ci stiamo tutti misurando con questa prova che ci aiuta a capire la realtà. Ci aiuta a comprendere che l'odio è pericoloso per tutti? La prova che abbiamo vissuto "ci aiuta a capire la nostra vulnerabilità. Ci ha umiliato molto. Ora dobbiamo passare dall'umiliazione all'umiltà". Siamo segnati dall'individualismo che "ci ha disabituato a pensarci con gli altri. Non proviamo vergogna per l'odio che è sempre mortifero.. L'abitudine a pensarci da soli amplifica la paura. Per difendere davvero l'individuo dobbiamo trovare il noi, dobbiamo trovare la fraternità. La fraternità è la vera sottolineatura della persona. L'individualismo senza la fraternità tradisce l'io". Ci confrontiamo con "una visione della vita pornografica. Siamo intossicati da un'idea giovanilistica della vita, dalla prestazione individuale, dalle capacità esibite".

Qualche volta anche noi siamo utilizzatori delle fabbriche dell'odio. "Certo gli stereotipi funzionano e creano il nemico. Di fronte a uno che sta in mezzo al mare, non sentiamo più lo scandalo,. Questo è un discorso di parte? No, per un cristiano è la parte. Siamo da quella parte. È sempre pericoloso per tutti mettere in discussione l'umanesimo. È impressionante come il Papa, difendendo i poveri, venga considerato di parte. Così mettiamo in antagonismo verità e carità, Gesù e l'attenzione all'altro, la fraternità e l'identità. È esattamente il contrario". In "Fratelli Tutti" il Papa "invita a costruire ponti. Questo non significa perdere l'identità, ma trovarla"



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