«Toccare si presta a una trattazione plurivoca e, mai come oggi, si avverte il bisogno di capire che cosa significhi davvero toccare» sono state le parole introduttive di Francesca Nodari, presidente della «Fondazione Filosofi lungo l'Oglio», che organizza il festival omonimo e che quest'anno svilupperà proprio la tematica del «Toccare» e che terminerà lunedì 17 luglio, con il coinvolgimento di più di venti Comuni della provincia di Brescia. Martedì il festival ha fatto tappa a Corzano che, già da qualche anno, offre uno spazio per il dibattito ai filosofi contemporanei. A questo «Simposio di Pensiero e di Parole» era presente anche Armando Savignano, presidente del comitato scientifico, che ha appoggiato Francesca Nodari nel difficile compito di introdurre una figura emerita, un gigante della nostra nazione, un protagonista eccezionale come Ilvo Diamanti, uno dei più apprezzati sociologi e politologi contemporanei. Tra i suoi molteplici meriti si ricorda l'intuizione di aver fondato l'istituto «Demos & Pi», il quale si occupa di effettuare periodicamente ricerche sociali di carattere nazionale e internazionale. Il tema sul quale ha voluto soffermarsi il sociologo è stato quello della democrazia, in tutti i suoi aspetti, in tutte le sue fasi e nelle diverse sfumature che questo termine può assumere. Tema indissolubilmente legato al titolo del festival, come si può pensare infatti alla democrazia senza il contatto (e quindi il tatto) con le altre persone? Nasce spontanea una domanda che Diamanti pone come un paradosso di facile interpretazione: «Perché si parla della sfiducia nella democrazia e del suo declino se, quando ne si parla, lo si fa davanti a una piazza gremita di persone? Forse è che la domanda è molto alta ma l'offerta non è all'altezza? O forse ci siamo adattati all'idea che la politica, e quindi in minima parte anche la democrazia, fa schifo?». Il famoso sociologo ha poi proseguito con un elenco di dati statistici che lasciano a bocca aperta: 2 persone su 3 ritengono che la democrazia non serva più, che sia ormai passata, ma 6 persone su 10 partecipano a occasioni di pubblico interesse. Allora la conclusione più logica che si può trarre è che la democrazia non è in declino ma sta solo cambiando; cambia negli anni insieme alla società che continua a potenziarla. Ad accentuare la complessa definizione del termine democrazia sono state le diverse interpretazioni date da due filosofi francesi: Nicolas de Condorcet e Jean-Jacques Rousseau: da un lato una democrazia liberal-aristocratica e dall'altro una democrazia diretta. Qual è la democrazia allora? Semplice, non esiste una sola democrazia ma esistono le democrazie. Dopo aver analizzato le varie definizioni del termine e gli aspetti imprescindibili che accomunano tutte le democrazie, il sociologo piemontese ha elencato le diverse fasi che hanno toccato tutti noi dal dopoguerra ad oggi. Siamo passati dalla democrazia dei partiti di massa, dove ognuno di noi era strettamente legato a un partito e alle sue idee, indipendentemente da chi fossero i rappresentanti di esso, a quella del pubblico, ovvero dell'epoca dei mass media, nella quale emergono i singoli individui, capaci di farsi notare in televisione, a quella attuale digitale. Ci troviamo ora in una democrazia veramente diretta, solo idealizzabile per Rousseau, permessa dalla rete e da tutte le piattaforme informatiche comunicative. Cosa ci aspetta, dunque, per il futuro? Difficile dirlo ma la democrazia cambierà ancora tanti suoi aspetti.
Venerdì, 23 Giugno 2017 02:11
Ilvo Diamanti : «La democrazia non è in pericolo, sta solo mutando»
Manerbio WeekDavanti a centinaia di persone lo studioso ha ripercorso le tappe importanti della storia d'Italia con i suoi vari tipi di governo CORZANO (11s) Toccare con mano, toccare con il cuore, con la mente, con le parole o con il pensiero.
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