La stampa raffigura due caratteri distintivi della Kermesse: il Pensatore di Rodin e le acque feconde del fiume Oglio. Lo scranno del pensatore è costituito da una serie di libri impilati l’uno sull’altro fino a distribuirsi sul suolo circostante ove campeggiano i nomi della località toccate dal Festival in un movimento inarrestabile al di qua e al di là del fiume, addirittura nel corso d’acqua stesso, come se la sete di conoscenza, che è un bisogno di ordine superiore, non incontrasse limiti, confini, impedimenti, ostacoli. E in questo movimento, come in un turbinio, sono coinvolte piccole figure umane che si incamminano verso l’accattivante itinerario filo-rivierasco. Figure quasi acrobatiche, attive, che con destrezza e non meno abilità si cimentano in un’ardua impresa: arrampicarsi sul corpo possente e fiero del pensatore – che idealmente rappresenta gli illustri relatori che prendono parte a questo Simposio di Pensiero e di Parole. Una metafora nella metafora che sembra rivelare, nella cinestesia frenetica delle figure, il loro desiderio quasi tattile di entrare in relazione con questi Maestri del pensiero. Come dire: a costoro non bastano i volumi sui quali sono vergati i nomi degli Autori. Vogliono di più, chiedono di più: che il filosofo scenda nell’agorà, quasi fondendosi e con-fondendosi con chi gli sta attorno, in un andamento così fluttuante da farsi traboccante. È un’opera che esprime la fatica, il sudore, ma
anche la tenacia e la perseveranza di tutti coloro che comunicano – con il loro stesso esserci – la richiesta e insieme il bisogno di senso: un nutrimento, ci pare, oggi particolarmente indispensabile come il cibo di cui ci alimentiamo. Ma in questa scena emerge un altro elemento significativo: l’andare l’uno incontro all’altro perché ciascuno ha qualcosa da dire a un altro. Di qui l’evento del dialogo, dove l’instaurarsi della fiducia crea comunità. Una comunità che torna a sperare insieme e a riappropriarsi del luogo antropologico sentendosi grata per un così alto dono. La distanza tra terra e cielo sembra restringersi e la conoscenza divenire quel tozzo di pane indispensabile per un pensiero che-si-fa-incarnato.
F.N.
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