Dopo aver dato vita al Giardino dei Giusti di Brescia situato nel Parco cittadino Tarello, non poteva mancare un luogo ad essi consacrato nella Provincia di Brescia. Di qui la scelta, subito accolta con grande entusiasmo dal Comune di Orzinuovi di dare vita ad un secondo. Qui di seguito i nomi dei giusti proclamati nel 2013 e nel 2014 : Teresio Olivelli (1916-1945) il ribelle per amore, protagonista della Resistenza nel triangolo Brescia-Cremona-Milano, il quale fu in stretto contatto, fin dal suo primo arrivo a Brescia, l’11 novembre 1944, con gli esponenti del movimento ribellistico locale tanto che la sera stessa fu condotto dall’amico Romeo Crippa a una seduta che questi tenevano nella chiesa parrocchiale di S. Faustino. Per sua opera e volontà nacque il giornale «Il ribelle», il cui primo numero datato da Brescia, 5 marzo 1944, lo volle dedicare per intero alla memoria di Astolfo Lunardi e di Ermanno Margheriti, condannati a morte dal Tribunale speciale di Brescia il 5 febbraio e fucilati il mattino del 6 al Poligono di Mompiano. Il saluto all’amico, nel quale riecheggia la sentenza evangelica, si potrebbe considerare come il testamento spirituale di Olivelli: «Solo chi la vita la getta senza misura può dare e avere la vita». Olivelli, catturato il 27 aprile 1945, visse la sua prigionia facendosi, come direbbe Levinas, ostaggio per l’Altro fino alla donazione totale, fino alla morte il 17 gennaio 1945 nel campo di lavoro di Hersbruck.
Raphael Lemkin (1900-1959) giurista ebreo polacco, ha dedicato la sua vita allo studio dei crimini contro l'umanità, ponendo le basi di un'assunzione di responsabilità degli Stati che ha portato all'istituzione del Tribunale Permanente dei Popoli. Ha conosciuto lo sterminio degli armeni e dopo la Shoah, esule negli Usa, ha coniato il termine genocidio fatto proprio dall'Assemblea generale dell'Onu il 9 dicembre 1948. E ancora Mons. Carlo Manziana (1902-1997) il prete educatore, colpevole, secondo i nazifascisti, di aver «traviato» schiere di giovani studenti, avendo insegnato loro «a pensare e a ragionare contro le Organizzazioni e le direttive del Regime» (Rapporto Bozzi, sull’attività antifascista del Convento Oratoriano della Pace, 7 giugno 1940).
Etty Hillesum un «cuore pensante» che ha sconfitto il male e la paura con l’amore per l’umanità. Il suo slancio verso tutte le manifestazioni della vita l’ha indotta a rispettarla in tutti gli esseri umani, a prescindere dagli stereotipi e dalle ideologie, alla ricerca del bene nascosto nell’intimità di ogni individuo. È morta ad Auschwitz scegliendo di rispondere al male con il Bene.
Jan Patočka (1907-1977) pensatore, filosofo, alta figura etico-politica, protagonista della Primavera di Praga e anima del movimento «Charta 77» ha esercitato una difesa della dignità umana che si è esplicata nel dissenso – categoria del vivere – nella denuncia dell'ingiustizia e nel diritto alla verità. È morto in conseguenza delle violenze subito nel corso degli interrogatori della polizia del regime comunista. I coniugi Angelo Rizzini (1891-1980) e Caterina Rizzini (1891-1978) che salvarono la vita a Emma Viterbi e al figlio Paolo sfidando le leggi razziali fasciste a rischio della vita, mentre il marito Guido e il figlio Alberto Dalla Volta, ricordato da Primo Levi in Se questo è un uomo, morirono ad Auschwitz.
S. E. il Cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012) che ha fatto del dialogo, come sostiene uno dei suoi massimi studiosi Marco Garzonio, la parola chiave del suo ministero: dialogo con i terroristi, con le altre confessioni cristiane, con tutte le religioni, con il pensiero laico – basti richiamare l’istituzione della Cattedra dei non credenti – con l’uomo contemporaneo e con la scienza; Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) giovane teologo luterano, simbolo della resistenza tedesca contro il nazismo – celebri sono le sue lettere di prigionia raccolte nel volume Resistenza e resa –, che offrì la sua vita fino al martirio: venne impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg all'alba del 9 aprile 1945, pochi giorni prima della fine della guerra e di Janus Korczak (1878-1942) ebreo polacco, educatore, medico e libero pensatore – le sue teorie hanno rivoluzionato non solo la pedagogia ufficiale, ma l’intero modo di concepire il bambino nella società occidentale – che fondò nel 1912 la Casa dell’Orfanotrofio a Varsavia di cui divenne direttore. Morirà insieme ai suoi bambini nel campo di sterminio nazista di Treblinka e la piccola Sissel Vogelmann (1935-1944) simbolo di tutti i bambini uccisi durante l’Olocausto.
I nomi dei Giusti 2015, di concerto al programma della Giornata, saranno comunicati in prossimità dell’evento.