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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito per la prima volta il suo Alto Patronato alla quinta edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha conferito per la prima volta il suo patrocinio alla quinta edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio.
Una cittadinanza onoraria significa dare ospitalità a una Persona, la cui presenza, onora il nostro paese; mentre, da parte di chi la riceve essa rappresenta il segno ideale di appartenenza a questa comunità. Perché un tale riconoscimento a Salvatore Natoli?Perché, oltre ad essere tra i filosofi più importanti e originali della nostra contemporaneità, egli è anche il nume tutelare del Festival Filosofi lungo l’Oglio, simposio di pensiero e di parole che si snoda lungo l’Oglio.Nume tutelare non solo perché la sua presenza – sempre a Villachiara – è il filo rosso di questa e delle altre edizioni, ma perché i temi via via toccati: dalle Stagioni della vita alla Geografia delle passioni, da Vizi e virtù per arrivare all’argomento dell’edizione di quest’anno: Destino, rintracciano nel pensiero di Natoli la loro ispirazione originaria. Il rapporto tra questo piccolo borgo della Bassa Bresciana e il filosofo che ha avuto i suoi natali a Patti (Messina), per poi stabilirsi – ormai da oltre quarant’anni – a Milano è divenuto un sodalizio fatto di riflessioni, di insegnamenti, ma anche di un reciproco e sincero scambio d’umanità. Incontro dopo incontro – ben quattro sono state le sue presenze nel nostro territorio – si avvertiva palpabilmente l’accrescersi di un legame che andava ben oltre la mera partecipazione ad una kermesse di Filosofia, rintracciando le motivazioni originarie nel piacere di tornare, di edizione in edizione, in una terra divenutagli amica negli usi, nei costumi, nella riscoperta delle tradizioni, persino nei piaceri della tavola. Una terra, peraltro, fatta di gente che ogni anno – senza mai essere stata disattesa – lo aspetta con trepidazione, per farglisi incontro tendendo orgogliosamente la mano. L’arrivo del prof. Natoli a Villachiara, insomma, è un appuntamento fisso non solo nel calendario dei Filosofi lungo l’Oglio, ma nelle menti della nostra popolazione e di tutti coloro che, a gran voce, ne richiedono la presenza. Centinaia di uomini e di donne, di giovani e di anziani accorrono a quella che è ormai divenuta la «serata villaclarense» di Natoli per fare cerchio attorno a un pensiero alto e tuttavia capace di dialogare con la moltitudine, di farla crescere, nella consapevolezza della dignità che connota ciascuno dei suoi interlocutori.Con questa cittadinanza, la nostra comunità esprime insieme un grazie, un impegno, una speranza. Un grazie perché consideriamo il Filosofo dell’etica del finito, un amico e un illustre cittadino – di fatto – di Villachiara.Un impegno a far sì che il rigore che ha caratterizzato le edizioni partecipate e affollate di questo Festival continui lungo il medesimo tracciato. Infine, una speranza che Villachiara, pregiandosi di questa cittadinanza possa sempre più somigliare a una comunità dove, per dirla con Natoli, tra concittadini ci si accompagni, nella felicità e nel dolore, in un costante e attivo recupero delle virtù, capace di liberare quella potenza che ciascuno di noi è e sempre avendo di mira quel «reciproco star da presso» che scaturisce dal Volto d’Altri che, venendomi incontro – in «un’apertura nell’apertura»– mi parla, mi convoca, mi invoca.Indicazioni queste che ci vengono…
Salvatore Natoli ha presentato il volume con i testi di «Filosofi lungo l’Oglio 2009» Il terremoto è frutto di fatalità o destino? La devastazione di Haiti è stata evocata più volte durante l’incontro che l’altra sera, alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi, ha riproposto i contenuti dell’edizione 2009 di «Filosofi lungo l’Oglio» e introdotto agli incontri della prossima stagione. L’occasione era la presentazione del libro «Destino»: edito dalla Compagnia della Stampa, il volume raccoglie i testi degli interventi dedicati a questo tema che cinque autorevoli relatori (Vito Mancuso, Maria Rita Parsi, Salvatore Natoli, Sergio Givone, Aldo Magris) hanno tenuto l’estate scorsa in diverse località nell’ambito di «Odissea, il Festival della Valle dell’Oglio». Le conferenze - realizzate grazie al contributo della Banca di Credito Cooperativo di Pompiano e Franciacorta - hanno avuto un ampio richiamo: la curatrice Francesca Nodari annuncia che quest’anno gli incontri aumenteranno da cinque a nove. E sarà «il corpo» il tema della quinta edizione. Come ha osservato Paola Cominotti, assessore alla Cultura del Comune di Orzinuovi, «la domanda sulla comprensione dell’essenza del destino è stata posta in ogni epoca, con diverse risposte». Ad alcune di esse ha rivolto un sintetico sguardo Salvatore Natoli, docente di Filosofia teoretica all’Università di Milano Bicocca, rispondendo alledomandepostegli nel corso della serata da Ilario Bertoletti, direttore editoriale della Morcelliana. «L’altra faccia del destino - ha esordito Natoli - è il caso. Gli uomini chiamano destino il caso, per dare un senso a ciò che accade. L’uomo, in condizione di minorità rispetto agli eventi, per dominarli immagina che qualcosa li regoli». Nella Grecia arcaica, la dimensione del destino non è declinata al futuro: «È il peso del passato a condizionare il futuro. Siamo sempre predeterminati da ciò che è avvenuto prima». Un esempio classico è la vicenda di Edipo. «Quando Edipo chiede all’oracolo chi siano i suoi genitori, l’oracolo non gli risponde: dice invece che Edipo ucciderà il proprio padre. Perché Edipo accetta una risposta non pertinente? Perché non voleva davvero sapere di sé. Col proprio destino si può giocare, ma non si diventa padroni di esso cercando di sfuggirgli». «Il carattere per l’uomo è il proprio destino» sentenzia Eraclito.Eper gli eroi omerici, spiega nel libro AldoMagris, «il destino non è un meccanismo esterno che li schiaccia,una necessità irresistibile, bensì risiede nel loro intimo, è ciò che essi sono e hanno scelto di essere». Nella dimensione biblica, la figura dominante è la libertà. «Il Dio della Bibbia - dice Salvatore Natoli - è libero per definizione, e l’uomo non può conoscere il suo disegno. L’onnipotenza di Dio non deriva da una quantità scalare di potenza,madal fatto che essa è inafferrabile da parte dell’uomo. C’è però un luogo, l’Alleanza, nel quale la libertà illimitata di Dio e quella limitata dell’uomo si vincolano. Qui è l’elemento destinale: l’uomo costruisce il suo destino di salvezza se è fedele all’Alleanza ». Di tale legame, l’età moderna ritiene di non aver più bisogno: «L’uomo secolarizzato vede che può fare da sé le cose che un tempo chiedeva a…
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Le Video lezioni

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